Bambini nel Tempo di Ian McEwan.
“The oddity of sunshine on a freezing day intrigued her.” (“La stranezza del sole durante un freddo giorno la incuriosiva.”)
Stephen Lewis è un famoso scrittore di libri per bambini, oltre a un devoto marito e attento padre. Una domenica mattina Stephen va al supermercato con la figlia di quattro anni, ed è proprio durante questa spesa di routine che succede l’inimmaginabile: Stephen si distrae per un istante, e quando si gira Kate è sparita. Inutile è chiamarla, inutile è correre tra le corsie del supermercato, inutile è l’aiuto nella ricerca da parte degli altri clienti. Nel corso di poche ore la vita di Stephen e di sua moglie crolla completamente. Mentre Stephen non si rassegna e continua la sua esasperata ricerca, Julie rimane chiusa in casa, nel silenzio.
Il rapimento della bambina porterà la coppia ad allontanarsi e a cominciare un nuovo solitario percorso, un viaggio che per Stephen consisterà nella rievocazione della sua stessa infanzia.
‘Bambini nel tempo’ è una lettura per pochi. Un libro certamente intenso, che però riesce a incuriosire e accattivare. McEwan descrive un dolore che, pur molto difficilmente compatibile, viene vissuto in prima persona nei panni di Stephen.
Il suo tormento diventa un’ossessione: non solo ha perso la sua bambina, ma anche il loro futuro insieme e la persona che lei sarebbe potuta divenire.
Stephen comincia a scambiare altre bambine con sua figlia, addirittura a regalarle tutti i giochi che le sarebbero potuti piacere. E in questo stato di quasi follia, tra decisioni compulsive e atteggiamenti ossessivi, Stephen si ritrova inevitabilmente incastrato nel suo passato come in quello dei suoi genitori, un passato che per quanto lontano nel tempo tuttora si ripercuote nel presente.
Inoltre, nel trattare della brusca separazione di Julie e Stephen, McEwan invita a una riflessione di carattere sociale, che si lega alla centralità della figura dei figli nella stabilità della coppia.
Egli sembra quasi rivelare, alla fine della narrazione, una risposta ben precisa. Che poi essa sia effettivamente la soluzione a questa delicata questione, è una domanda troppo complessa. Il finale della storia, con il suo tono dolce-amaro, è, dopotutto, un nuovo inizio.
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