Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse ...

Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse II. Il romanzo, oltre che racconto delle imprese del sovrano, è anche un dettagliato quadro della vita quotidiana nell'epoca ramesside, periodo storico molto studiato dall'autore della saga.

Regnò per sessantasette anni. Portò il suo paese all'epopea della gloria e della sapienza. Ramses II, "il figlio della luce", fu il più grande faraone egizio e l'uomo che impresse una svolta alla storia del mondo antico. Con questa meravigliosa narrazione - un caso editoriale senza precedenti - Christian Jacq ci fa calcare in modo appassionante la scena della sua vita.

L'ultimo Nemico.


Sono passati parecchi anni dalla morte di Nefertari e ora Ramses, cinquantenne ancora in forma, continua a regnare sull'Egitto con a fianco la bella Iset quale sposa reale. Uriteshup, precedentemente condannato a un domicilio coatto, riesce a trovare la libertà ma, odiando Ramses con tutto il proprio essere, decide di allearsi con Raia e tramare contro il faraone. ramses-ultimo-nemico

 

 Asha, che ha da poco ricevuto un messaggio dal re ittita Hattusil rivela a Ramses il volere del sovrano alleato: questi è stufo di sentirsi come un suddito per l'Egitto e chiede al faraone di sposare sua figlia. Ramses, che non vuole ripudiare Iset, è deciso a non cedere al volere dell'imperatore ittita.

Serramanna è sicuro che Uriteshup continui a complottare contro il re d'Egitto ed è deciso a seguirlo. Questi, grazie all'aiuto di Raia, riesce a sposare Tanit, una vedova fenicia, che si lascia subito sedurre dall'incredibile possanza del giovane ittita. Il suo enorme patrimonio servirà ai due cospiratori per lanciare un'ondata di rivolte ai danni di Ramses. Ad essi si è da poco unito Malfi, il fratello di Ofir, che è riuscito a radunare sotto il proprio pugno di ferro i clan della Libia, deciso a distruggere l'Egitto vendicando così tutti quei secoli di offese subite.

Asha decide di recarsi ad Hattusa per rivelare al re ittita e a sua moglie che Ramses non ha intenzione di ripudiare la propria sposa. Questi però non è deciso a cedere: o sua figlia diventa regina d'Egitto o ricomincerà la guerra. Durante il viaggio di ritorno, Uri-Teshup attacca la carovana di Asha e lo uccide con la propria daga. Prima di morire, il diplomatico riesce a scrivere col proprio sangue sulla tunica la parola "No", sotto forma di un geroglifico.

Il corpo di Asha viene ricondotto in Egitto con solenne cerimonia. Ramses e Ameni, leggendo sulla tunica il "No" scritto dall'amico defunto, comprendono che non è stato Hattusil a compiere l'omicidio. La guerra non può comunque essere evitata, e Ramses e il suo esercito si prepara a partire. Ma Serramanna chiede al sovrano di correre al palazzo reale: la bella Iset, pur di non causare una nuova guerra, ha preferito suicidarsi così da permettere al marito di sposare la principessa ittita.

Con grandi festeggiamenti giunge in Egitto la figlia del re Hattusil che, durante il matrimonio con Ramses, riceve il nome egizio di Maathorneferura. La giovane, vissuta tutta la vita in una società molto diversa da quella egizia, è convinta di poter spadroneggiare tanto da ordinare che le vengano offerti i tesori dei tempio. Ramses, disgustato dal comportamento della nuova moglie, si infuria e, facendole capire cosa vuol dire essere un vero capo modello, la reclude nell'harem di Merur, lasciandola così vivere in quella gabbia dorata.

Dopo un viaggio in Fenicia, Ramses riesce a salvarsi da una congiura ordita dalla stessa Mat-Hor, che ha agito però sotto il controllo di Uri-Teshup. Questi, convinto che le donne siano solo oggetti, continua a spadroneggiare sulla moglie Tanit che, spaventata dalle sue cattive maniere, decide di recarsi da Serramanna e rivelargli i piani del marito. Il guerriero sardo riesce a circondare la villa dell'ittita ma questi riesce a fuggire in Libia dove continua la propria opera di distruzione al fianco di Malfi.

Hattusil intanto, venuto a conoscenza della sorte di Mat-Hor, ha deciso, su richiesta di Ramses stesso, di condurre in Egitto un'altra fra le sue figlie, meno dispotica della prima, così da fare divenire lei Grande Sposa Reale. Sarà comunque Meritamun ad adempire alle grandi cerimonie religiose al fianco del padre. Questi intanto ha scovato il covo di Malfi e Uriteshup, che hanno devastato le fortezze di confine, e muove contro di loro con il grosso del suo esercito. Comincia la lotta con i guerrieri libici durante il quale Merenptah uccide Malfi mentre Serramanna, inizialmente deciso a prendersi una pausa, scopre una cosa che gli è terribile e lo terrorizza: Uri-Teshup sta per uccidere Ramses! Serramanna corre a perdifiato e si interpone tra il faraone e l'ittita, ma non riesce ad evitare il colpo mortale che si conficca nel petto. Tuttavia, Serramanna ha ancora la forza di strangolare il suo nemico di sempre, e si ferma solo alla sua morte. Alla fine, il sardo si accascia a terra, si congratula con Ramses e rende la sua anima tra le braccia del faraone.

Dopo quest'ultimo combattimento, Ramses continua a regnare per molti altri anni. Alla fine della sua vita è vecchio, costretto quindi a camminare con un bastone, e ormai malato anche ai denti; i suoi amici, ad eccezione di Setau, Loto ed Ameni, sono ormai morti, e anche l'imperatore ittita Hattusil, sua moglie Puthuepa, Nebu, il sommo sacerdote di Amon, Kha, il primogenito di Ramses, e l'ebreo Mosè hanno lasciato il mondo dei vivi. Stanco per le lunghe imprese, seduto sotto un albero d'acacia, il faraone guerriero muore carico d'anni, in compagnia di Ameni, che si dispera per la morte del suo antico amico. Per onorarlo, Ameni deciderà quindi di scrivere la sua storia, in modo che nessuna generazione a venire dimenticherà il Figlio della Luce.

Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse ...

Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse II. Il romanzo, oltre che racconto delle imprese del sovrano, è anche un dettagliato quadro della vita quotidiana nell'epoca ramesside, periodo storico molto studiato dall'autore della saga.

Regnò per sessantasette anni. Portò il suo paese all'epopea della gloria e della sapienza. Ramses II, "il figlio della luce", fu il più grande faraone egizio e l'uomo che impresse una svolta alla storia del mondo antico. Con questa meravigliosa narrazione - un caso editoriale senza precedenti - Christian Jacq ci fa calcare in modo appassionante la scena della sua vita.

La Regina di Abu Simbel.


Il quarto volume è intitolato La regina di Abu Simbel e narra le ultime fasi della guerra contro gli ittiti, il racconto biblico dell'Esodo e la costruzione del tempio di Abu Simbel, con la successiva morte di Nefertari.

Ramses continua le sue campagne, riconquistando i territori riconquistati dagli ittiti. La fortezza di Gaza cade sotto il dominio egizio, i suoi soldati annientati. Il faraone vuole muovere contro la fortezza d'Amurru, deciso a liberare l'amico Asha. Grazie a uno stratagemma riesce a vincere anche questa battaglia e il principe Benteshina è costretto alla resa lasciando andar via Asha, ma Setau, sopraffatto dall'emozione per aver scoperto che Asha era sano e salvo, lascia accidentalmente andare la sua vipera che aveva in mano, vipera che attacca e morde Benteshina.

Ramses - La regina di abu simbel

Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse ...

Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse II. Il romanzo, oltre che racconto delle imprese del sovrano, è anche un dettagliato quadro della vita quotidiana nell'epoca ramesside, periodo storico molto studiato dall'autore della saga.

Regnò per sessantasette anni. Portò il suo paese all'epopea della gloria e della sapienza. Ramses II, "il figlio della luce", fu il più grande faraone egizio e l'uomo che impresse una svolta alla storia del mondo antico. Con questa meravigliosa narrazione - un caso editoriale senza precedenti - Christian Jacq ci fa calcare in modo appassionante la scena della sua vita.

La Battaglia di Qadesh.

Ramses - La battaglia di Qadesh

Il terzo volume è intitolato La battaglia di Qadesh e narra appunto il grande conflitto fra egiziani e ittiti che avrà come suo apice la terribile battaglia di Kadesh.

Gli ittiti, decisi a conquistare l'Egitto, hanno sterminato gli egiziani delle zone di frontiera e hanno sottomesso al proprio volere i principi di provincia, alleati di Ramses. La capitale del suo regno diventa dunque un enorme caserma dove giorno e notte vengono fabbricate armi e carri da guerra. Serramanna in persona addestra le nuove reclute e fa conoscere loro la durezza della guerra.

Shenar intanto, in combutta con Asha e Raia, è sicuro che l'esercito egiziano non riuscirà a sopravvivere al disastro di questa nuova guerra perché male armato e poco addestrato alle lotte in campo. Serramanna intanto, a causa di un tranello di Raia, viene rinchiuso in prigione per alto tradimento pur essendo in realtà innocente.

Ramses ha preparato il suo esercito e, dopo aver affidato il potere decisionale a Nefertari, Tuya ed Ameni, parte per la terra di Canaan deciso a debellare la rivolta nei confini e a sconfiggere i vecchi alleati traditori. In meno di un mese le truppe faraoniche riconquistano tutta la terra di Canaan e sottomettono nuovamente i principi di provincia al volere dell'Egitto. Con grande prova di forza, Ramses e i suoi vincono anche contro i ribelli di Megiddo e costringono il principe Benteshina di Amurru ad arrendersi.

Dopo questa prima vittoria, il faraone e il suo esercito tornano trionfanti a Pi-Ramses. Ameni e Asha riescono intanto a scoprire la reale innocenza di Serramanna e il sardo viene dunque liberato. Ofir continua a combattere il faraone con le sue arti oscure e tenta di fare del male a Nefertari utilizzando il suo scialle, rubato da Romè, l'intendente di palazzo. Questi però viene scoperto e, non appena sta per confessare tutto, Ofir, utilizzando la sua magia, lo fa morire con un sortilegio.

Intanto ad Hattusa, capitale del regno ittita, i due consiglieri del re Muwatalli, suo figlio Uri-teshup e suo fratello Hattusil, sono in contrasto riguardo alla guerra. Il primo è assetato di sangue e vorrebbe distruggere l'Egitto, il secondo invece vorrebbe utilizzare la diplomazia. Tentando di placare prima i dissensi interni, Muwatalli decide di ritardare i preparativi per la guerra. Preoccupato per questa inattività degli ittiti, Ramses ordina ad Asha di infiltrarsi nel loro regno sotto mentite spoglie.

Raia, la spia siriana che complotta con Shenar, viene incastrato ed è costretto a ritirarsi dalla sua rete di spionaggio. Recatosi dal suo capo, Ofir, anche lui al servizio degli ittiti, rivela il suo fallimento. Il mago libico decide dunque di utilizzare come nuova spia Meba, ex ministro degli Affari Esteri. Mentre ripristina la sua rete di spionaggio, Ofir riesce a colpire con i suoi sortilegi anche Nefertari che adesso sta morendo. Ramses decide di recarsi in Nubia perché, secondo una leggenda, lì troverà una pietra in grado di salvare l'amata sposa. Grazie all'aiuto di Setau e sua moglie Loto trova il magico oggetto e riesce così a scongiurare la minaccia del mago libico che è costretto a fermare momentaneamente i suoi attacchi. Nel luogo del ritrovamento, Abu Simbel, Ramses ordina che sia costruito un tempio in onore della grande coppia reale.

Nefertari intanto è preoccupata perché Ramses non ha discendenti maschi all'infuori del figlio avuto in gioventù con Iset, il piccolo Kha. La grande sposa reale, divenuta sterile in seguito al parto, chiede al marito di unirsi ancora con Iset così da poter generare un nuovo erede. Il faraone, benché a malincuore, accetta la proposta della moglie e dalla sua unione con la bella Iset nasce un secondo figlio maschio, Merenptah.

Asha intanto, dopo aver scoperto che gli ittiti sono pronti a colpire, viene arrestato da Raia e costretto alla reclusione. Prima della cattura riesce però a mandare un messaggio a Ramses, rivelandogli così le intenzioni degli ittiti. Ofir, scoperto intanto da Serramanna, uccide la giovane Lita e fugge insieme a Dolente, sicuro che Muwatalli raderà presto al suolo l'Egitto.

Ramses prepara dunque il suo esercito per lo scontro definitivo con gli ittiti. Prima di partire però fa arrestare Shenar che, convinto che Asha sia un suo alleato, non si è mai reso conto che questi non aveva mai tradito il faraone, ma lo aveva invece messo in guardia dai suoi progetti malvagi. Grazie a una terribile tempesta di sabbia, Shenar riesce ad eliminare i suoi sorveglianti e a fuggire prima di venire condannato ai lavori forzati.

Sul monte Sinai, Mosè, che si era stabilito presso la tribù di Madian, ha la visione di Dio e decide di tornare in Egitto per liberare i propri compatrioti, che non sono schiavi bensì comuni lavoratori, benché non siano liberi di credere nel loro unico Dio in una terra di politeisti.

Comincia la battaglia di Kadesh. Grazie a un inganno degli ittiti, la maggior parte degli uomini di Ramses vengono circondati e sterminati. Il faraone, favorito all'improvviso dalla luce divina di Amon, insieme al fedele leone Massacratore, quello che aveva salvato da cucciolo e che ora era divenuto una vera e propria macchina da guerra, affronta gli ittiti e riesce a metterli in fuga poiché questi, vedendo le sue incredibili dote di guerriero, credono sia un dio. Muwatalli e Hattusil non riescono a rincuorare i propri uomini e sono costretti a rifugiarsi nella fortezza di Kadesh, ritenuta inespugnabile.

Ramses non riesce a conquistarla ma non è deciso ad arrendersi. Muwatalli gli manda un messaggio chiedendo la pace in cambio della vita di Asha. Il faraone, alla fine, accetta l'accordo.

Gli ittiti non accettano però questa sconfitta e, mentre Asha tenta di riconquistare con la diplomazia i territori di frontiera, Hattusil lo fa catturare e rinchiudere all'interno della fortezza di Amurru, ordinando al diplomatico di scrivere un messaggio nel quale rivelava che tutto andava per il meglio in quelle terre. Asha, utilizzando i suoi trucchetti, svela a Ramses la sua situazione. Il faraone ordina a Serramanna di recarsi ad Amurru per liberare il suo amico.

Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse ...

Il grande romanzo di Ramses è una saga di 5 libri, scritta dallo scrittore francese Christian Jacq, che narra la vita del faraone Ramesse II. Il romanzo, oltre che racconto delle imprese del sovrano, è anche un dettagliato quadro della vita quotidiana nell'epoca ramesside, periodo storico molto studiato dall'autore della saga.

Regnò per sessantasette anni. Portò il suo paese all'epopea della gloria e della sapienza. Ramses II, "il figlio della luce", fu il più grande faraone egizio e l'uomo che impresse una svolta alla storia del mondo antico. Con questa meravigliosa narrazione - un caso editoriale senza precedenti - Christian Jacq ci fa calcare in modo appassionante la scena della sua vita.

La Dimora Millenaria.

Il secondo libro è intitolato La dimora millenaria e narra gli eventi succedutisi dall'ascesa al trono del nuovo sovrano fino all'imminente scontro con la terribile potenza ittita.

Non sentendosi ancora pronto al fardello della corona, Ramses deve resistere agli attacchi di Shenar e Menelao. Quest'ultimo riesce finalmente a riprendersi la moglie Elena e a fuggire dall'Egitto. La regina però riesce ad avere la meglio sul marito, uccidendosi durante il viaggio. Il poeta Omero decide di rimanere in Egitto, avendo molto apprezzato il coraggio del nuovo faraone.

Ramses - La dimora millenaria

Il giovane, spaventato da complotti di corte, decide di rinnovare l'amministrazione di palazzo affidando gli incarichi maggiori ai suoi fedelissimi: nomina Ameni, suo amico d'infanzia, portasandali personale e dunque capo di tutti gli scribi del regno, Nedjem, il fedele giardiniere, ministro dell'Agricoltura, Romè, cuoco reale, grande maggiordomo e capo intendente del palazzo faraonico, Asha, altro amico d'infanzia, capo dello spionaggio, Mosè capo architetto, Nebu, vecchio sacerdote di Dendera, gran sacerdote del dio Amon. Credendo di poter migliorare il fratello Shenar decide di farlo nominare ministro degli Affari esteri. Questi però continua a complottare contro Ramses ed ha adesso, quale grande alleato, Asha, che il faraone crede suo amico.

Nell'ombra intanto cospira il malvagio Ofir, un mago libico, deciso a convertire l'Egitto alla religione del dio Aton e a proclamare Lita, discendente del faraone eretico Akhenaton, nuova regina.

Sfruttando il suo forte carisma tenta più volte di convincere Mosè, alla ricerca di una verità religiosa, a seguirlo, ma questi si rifiuta di farlo.

I complotti continuano e Ramses scopre tra i congiurati anche Sary, suo antico maestro, e sua moglie Tia, detta Dolente, sorella del faraone. Questi viene condannato ad abbandonare il proprio rango e a divenire sovrintendente nel lavoro degli operai per la costruzione della nuova capitale Pi-Ramses, della quale Mosè sarà architetto.

Ofir intanto è riuscito a portare dalla propria parte anche Dolente e Meba, ex ministro degli Affari esteri, e insieme a loro complotta contro Ramses. Il mago decide di utilizzare le sue arti oscure contro Nefertari, che in quel momento era incinta. La regina viene colpita da un maleficio ma riesce comunque a partorire. La piccola, chiamata Meritamon, riesce a sopravvivere solo grazie agli intrugli benefici di Setau e di sua moglie, la nubiana Loto.

Tuya convince il figlio a costruire una "dimora millenaria" che possa fornire al faraone l'energia necessaria per la sua battaglia contro le forze malefiche. Ramses, dopo aver completato la costruzione del tempio di Luxor, ordina a Bakhen, ex capo delle guardie e ora sacerdote a Tebe, di iniziare l'edificazione del Ramesseum, il suo tempio funerario.

Nonostante gli incessanti controlli di Serramanna, nell'ombra vi sono ancora congiurati e Ofir è riuscito perfino ad allearsi con Shenar che, intanto, ha deciso di prendere accordi con Raia, una spia siriana al servizio degli ittiti. Quest'ultimo rivela al nobile egiziano che l'imperatore ittita Muwatalli vuole divenire suo complice nella caduta di Ramses, proclamandolo faraone d'Egitto dopo la sua rovina e instaurando con lui un rapporto di tipo commerciale.

A causa dello scoppio di una rivolta in Nubia, Ramses è costretto a scendere nel profondo sud per affrontare i ribelli. Accompagnato da truppe specializzate riesce a riportare la pace in Nubia. Durante il viaggio di ritorno, si ritrova con i suoi uomini in una zona lussureggiante e magnifica chiamata "Abu Simbel".

In Egitto sono intanto conclusi i lavori di costruzione di Pi-Ramses e grandi festeggiamenti inaugurano l'arrivo di Ramses e Nefertari nella nuova capitale. Divenuto ormai capo indiscusso degli ebrei, che lo onorano come loro guida, Mosè, reso famoso per aver edificato in poco tempo la città, difende gli operai più deboli dai soprusi dei loro sovrintendenti, in particolare da Sary, che non esita a spadroneggiare su di essi. Mentre questi colpisce Abner, un mattonaio ebreo che ha osato svelare tutto a Mosè, Mosè tenta di difendere l'aggredito ma per sbaglio, ma anche per legittima difesa a favore di Abner stesso, uccide Sary. Spaventato e sicuro di essere ormai ricercato, Mosè decide di fuggire via da Pi-Ramses in direzione del deserto.

Il romanzo si conclude con l'arrivo di un messaggio di Asha a Ramses: gli ittiti hanno deciso di attaccare l'Egitto.

  Il Romanzo di Ramses. Grazie alle più raffinate conoscenze storiche e al tocco dell'immaginazione possiamo condividere le angosce e ...

 

Il Romanzo di Ramses.

Grazie alle più raffinate conoscenze storiche e al tocco dell'immaginazione possiamo condividere le angosce e le speranze del grande faraone, soffrire con lui dei tradimenti e gioire delle vittorie, incontrare una schiera di personaggi indimenticabili: suo padre Sethi, la dolce sposa Nefertari, il poeta Omero, l'ebreo Mosè...

Dall'iniziazione alle lotte per il regno, dagli amori per la concubina Iset ai pericoli corsi per il bene dell'Egitto: un'epopea, magica e storica, rivelata fino all'ultimo atto.

Il Figlio della Luce.

Il primo dei 5 volumi narra le vicende di un giovane Ramses dal suo scontro con un gigantesco toro, sotto gli occhi attenti del padre (il grande sovrano Sethi) che alla fine dello scontro taglia a Ramses il ricciolo di infanzia dicendogli che la sua vita comincia domani, fino alla sua ascesa al trono; infatti, nonostante Ramses abbia avuto il coraggio di affrontarlo, ma non la capacità di sconfiggerlo, Sethi ha ritenuto adatto a iniziare il suo cammino, che inizia col dominare la propria paura. Osteggiato dal fratello maggiore Shenar, abile nei complotti e sicuro di divenire nuovo faraone alla morte del padre, Ramses si troverà costretto a superare parecchi pericoli, fra cui attentati mossi dallo stesso Shenar, sfide con divinità occulte e scontri con popolazioni ostili.

Ramses-Il-Figlio-della-Luce

Il giovane principe è fiancheggiato da quattro amici d'infanzia: Ameni, lo scriba attento al proprio lavoro, magro, pallido e dai capelli radi nonostante l'età; Setau, l'incantatore di serpenti, misteriosi e bizzarro nell'abbigliamento; Asha, il diplomatico, sempre molto elegante e sicuro di sé; Mosè, l'ebreo dal cuore infiammato da una forza misteriosa, robusto e atletico, amante dell'architettura. All'inizio della storia verrà aiutato anche da Sary un trentenne in passato tutore di Ramses e dei suoi quattro amici; successivamente Sary aveva sposato Dolente, la giovane sorella di Ramses, matrimonio che gli è valso l'invidiato carico di tutore del principe.

Mosso dal padre ad affrontare prove incredibili che riusciranno a forgiarlo come futuro sovrano, Ramses mostra un carattere energico e molto forte, riuscendo così ad attrarre la bella Isinofret, dai più detta Iset, la fanciulla più apprezzata dall'alta società, che si unisce a lui e lo ama alla follia. Il giovane però, benché attratto dalla passionalità dell'amante, si innamora della pacata Nefertari, una sacerdotessa che ha scelto la vita contemplativa del tempio. Corrisposto nel suo amore decide di sposarla, ma poi sceglie anche di mettere Iset sotto la sua protezione, perché per bocca di quest'ultimo Ramses ha scoperto che la stessa Iset è incinta di quello che sarà il primogenito di Ramses, Kha.

Shenar trama contro il fratello, che sembra realizzare le aspettative del padre, e scaglia contro di lui tutta l'alta società dell'epoca. La situazione si acuisce ancora di più quando in Egitto giunge la flotta greca, capitanata da Menelao, di ritorno da Troia. Il re di Sparta conduce con sé, oltre al poeta Omero, anche la moglie Elena, causa di una guerra che ha causato molti morti. Oppressa dal rimorso, la regina trova la felicità nella terra del Nilo e, grazie all'aiuto della grande sposa reale Tuya, moglie di Seti, e di Nefertari, riesce a vivere in Egitto per lungo tempo, attirandosi però così l'ira di Menelao che decide di complottare con Shenar nel suo conflitto contro Ramses.

Quest'ultimo è riuscito intanto a sventare l'attacco di alcuni pirati Shardana, una tribù sarda di pirati, e a sconfiggere in battaglia il loro capo, Serramanna, che, risparmiato nello scontro, decide di servire per tutta la vita il suo avversario. Grazie all'aiuto del guerriero sardo, divenuto sua guardia personale, Ramses riesce a salvarsi più volte dall'aggressione di sicari greci mandati da Menelao. Durante un viaggio in Nubia il giovane salva anche un piccolo di leone che da allora diviene suo animale domestico.

Inaspettatamente il faraone Sethi, dopo aver proclamato Ramses suo correggente, muore dopo 15 anni di regno e il peso del trono crolla sulle spalle del figlio, ancora inesperto e odiato dai membri dell'alta società, sostenuto solo dai suoi quattro amici, dalla madre e dall'amata Nefertari. Con questo episodio si conclude il primo volume della saga.

 

Sulla mia pelle è un film del 2018, diretto da Alessio Cremonini. Il film è stato selezionato come film d'apertura della sezione "...

Sulla mia pelle è un film del 2018, diretto da Alessio Cremonini.

Il film è stato selezionato come film d'apertura della sezione "Orizzonti" alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Racconta l'ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, interpretato da Alessandro Borghi.

Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148. Al 31 dicembre dello stesso anno, la cifra raggiungerà l’incredibile quota di 176: in due mesi trenta morti in più. Nei sette giorni che vanno dall'arresto alla morte, Stefano Cucchi viene a contatto con 140 persone fra carabinieri, giudici, agenti di polizia penitenziaria, medici, infermieri e in pochi, pochissimi, hanno intuito il dramma che stava vivendo. È la potenza di queste cifre, il totale dei morti in carcere e quello del personale incontrato da Stefano durante la detenzione che hanno spinto il regista del film, Alessio Cremonini, a raccontare la sua storia: sono numeri che fanno impressione, perché quei numeri sono persone. Come dichiarato dallo stesso regista, Sulla mia pelle nasce dal desiderio di strappare Stefano alla drammatica fissità delle terribili foto che tutti noi conosciamo, quelle che lo ritraggono morto sul lettino autoptico, e ridargli vita.

Trama
Il giovane geometra romano Stefano Cucchi, una sera di ottobre del 2009 è in macchina con un amico mentre fumano una sigaretta. Dietro di loro si ferma una macchina, si sentono le porte chiudersi e due agenti bussano al finestrino intimando ai giovani di scendere. I due ragazzi vengono perquisiti e Stefano viene trovato in possesso di varie confezioni di hashish, cocaina e una pasticca di un medicinale per l'epilessia, di cui soffre sin da ragazzo, ragion per cui viene arrestato e portato alla stazione dei Carabinieri, dove viene interrogato dal comandante.

Poco dopo l'interrogatorio viene accompagnato a casa dei genitori per perquisire la sua stanza e riportato immediatamente in caserma, dove viene messo in custodia cautelare. Durante tutta la vicenda i rapporti tra Cucchi e le forze dell'ordine sono di assoluta negazione di lui e di accuse verbalmente aggressive da parte loro. In caserma, però, viene portato dai tre agenti in una stanza a forza. Riportato in caserma per fargli firmare i verbali delle perquisizioni e del test farmacologico, Stefano presenta visibili ematomi al volto. Rifiutatosi di firmare le carte, viene portato al Tor Sapienza.

Durante la notte si sente male e, chiamata la guardia gli dice di aver freddo, di sentirsi male e di aver bisogno delle sue pillole per l'epilessia; questo lo fa visitare (nonostante il rifiuto di Cucchi di farsi vedere da un dottore). Arrivato il 118, Stefano rifiuta le cure e di farsi vedere scacciando via i soccorritori nonostante l'insistente aiuto prestatogli. La mattina seguente viene svegliato per essere portato in tribunale ed uno dei secondini nota gli evidenti ematomi al volto che Stefano giustifica affermando che alcuni suoi amici lo avevano fatto cadere dalle scale. Gli viene comunicato che sarebbe stato portato prima in ospedale ma Stefano insiste nell'essere portato direttamente in tribunale.

Durante il processo fa fatica a parlare ma non dice nulla riguardo alle sue condizioni, nemmeno al padre preoccupato. Nonostante le richieste di Stefano di avere il suo avvocato, gli viene affidato uno di ufficio. Il giudice stabilisce che deve rimanere in custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli, preso in custodia, viene visitato in ospedale e sono messe a referto lesioni, fratture ed ematomi diffusi su tutto il corpo. Arrivato in carcere, durante la registrazione del suo ingresso, denuncia di essere stato pestato dai carabinieri. Questi lo fanno visitare dal medico interno che lo manda in ospedale a fare delle lastre e rifiutatosi di dirgli il vero motivo di quei lividi, viene esortato di dire ai medici la verità. In ospedale gli vengono fatte delle lastre e viene rimandato in carcere. La mattina seguente viene riportato di urgenza in ospedale con le sue condizioni peggiorate e più marcati lividi al volto.

Portato in un ospedale carcerario gli viene messo il catetere e non riesce a mangiare a causa dei dolori, le sue condizioni continuano a peggiorare. Nonostante gli sforzi, i genitori e la sorella non riescono a vederlo, lui rifiuta le cure pur di poter vedere il suo avvocato che non verrà mai. Il 22 ottobre, all'arrivo di un infermiere per un prelievo, viene trovato morto ed ogni tentativo di rianimazione risulta vano. Le prime informazioni arrivate ai genitori sono riguardanti una richiesta di esecuzione dell'autopsia. Riusciti finalmente, dopo varie insistenze, di vedere Stefano almeno da morto, all'obitorio si rendono conto delle reali condizioni. Nel finale della tragedia, vengono mostrate le riprese reali della sorella in protesta con una gigantografia del volto tumefatto del fratello, la didascalia del processo e, nei titoli di coda, la registrazione dell'interrogatorio di Stefano in tribunale.

Promozione
Il 26 luglio 2018, in concomitanza con l'annuncio della partecipazione al Festival di Venezia, è stato diffuso il primo teaser trailer del film. Il 29 agosto è stato diffuso il primo trailer.

Distribuzione
Il film è stato presentato in anteprima il 29 agosto 2018 nella sezione "Orizzonti" della 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove è stato il film d'apertura. A fine proiezione, il film ha ricevuto sette minuti di applausi, da spettatori visibilmente emozionati.

È stato distribuito contemporaneamente nelle sale cinematografiche italiane da Lucky Red e attraverso il servizio di streaming Netflix a partire dal 12 settembre 2018. Con una media di 30.000 spettatori nella prima settimana di uscita nelle sale, i dati sugli incassi sono stati penalizzati dalle proiezioni gratuite organizzate dai centri sociali e dai collettivi studenteschi nelle piazze di tutta Italia.

Critica
La pellicola, a metà tra film di denuncia e un racconto dettagliato e meticoloso del contesto famigliare, rappresenta il dolore e la solitudine di Stefano Cucchi in un modo rispettoso ed empatico, ma privo di scene violente.

Sulla mia pelle è stato accolto da una standing ovation al Bobbio Film Festival del 2019 e per la prima volta è stato presentato in un penitenziario, il Coroneo di Trieste, città nella quale avvenne anche il sacrificio di Riccardo Rasman.

Secondo il critico Gianni Canova, in un film privo di contenuto cristologico, Borghi «cuce Cucchi sulla sua pelle. Se lo tatua addosso. Si taglia i capelli come li portava lui. [..] Ci fa vedere sul suo corpo, come poche altre volte abbiamo visto al cinema, il mistero irresolubile del vivere e del morire».
Per entrare nella parte del protagonista, l'attore è riuscito a perdere una ventina di chili in poche settimane.
Interpreti e personaggi
Alessandro Borghi: Stefano Cucchi
Max Tortora: Giovanni Cucchi
Jasmine Trinca: Ilaria Cucchi
Milvia Marigliano: Rita Calore
Andrea Lattanzi: Emanuele Mancini
Tiziano Floreani: Luca
Orlando Cinque: Roberto Mandolini
Mauro Conte: Francesco Tedesco
Paolo D Bovani: Raffaele D'Alessandro
Andrea Ottavi: Alessio Di Bernardo
Walter Nestola: Gabriele Aristodemo
Davide Petrucci: Gaetano Bazzicalupo
Stefano Miglio: Gianluca Colicchio
Alessio De Persio: Francesco Ponzo
Massimiliano Frateschi: Pietro Schirone
Roberta Sferzi: Maria Inzitari
Gaetano Aronica: Emanuele Di Salvo
Marco Giuliani: Giorgio Domenico Rocca
Aleksandros Memetaj: Levanaj
Alessandro Forcinelli: Luigi Lainà
Marco Belocchi: Giovanni Battista Ferri
Maurizio Pepe: Antonio La Rosa
Federico Tocci: Bruno Mastrogiacomo
Pietro Faiella: Gianluca Piccirillo
Bernardo Casertano: Domenico Lo Bianco
Dora Romano: Stefania Corbi
Elodie Treccani: Rosita Capponnetti
Francesca Tomassoni: Silvia Porcelli
Emiliano Capogna: Marco

fonte; https://it.wikipedia.org/wiki/Sulla_mia_pelle_(film_2018)

Il filo nascosto (Phantom Thread) è un film del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Paul Thomas Anderson. Ambientato all’interno dell...

Il filo nascosto (Phantom Thread) è un film del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Paul Thomas Anderson.

Ambientato all’interno dell'industria della moda londinese degli anni cinquanta, vede nel cast Daniel Day-Lewis, Lesley Manville e Vicky Krieps. Il film segna l'ultima interpretazione di Day-Lewis, che nel giugno 2017 ha annunciato il suo ritiro dalla recitazione.


Trama.
Londra, secondo dopoguerra. Il rinomato stilista Reynolds Woodcock domina la scena della moda britannica: dal suo atelier passano le migliori clienti dell’aristocrazia e della borghesia europea. Il suo talento nel campo dell'alta sartoria si accompagna a un carattere maniacale che lo porta a voler tenere sotto controllo ogni aspetto della propria vita in maniera ossessivamente precisa. Sua sorella Cyril lo aiuta a condurre l'atelier, svolgendo un ruolo predominante nella sua carriera e nella sua esistenza. L'uomo ama attorniarsi di belle donne, che frequenta finché esse non reclamano la sua attenzione, totalmente indirizzata al lavoro.

Un giorno, dopo un importante lavoro, Reynolds si reca nella sua abitazione di campagna, e nel paese incontra Alma, una giovane e bella cameriera che lo affascina. Reynolds la sceglie come propria modella, musa ispiratrice e compagna di vita, portandola a vivere con sé nell'atelier. Qui la ragazza viene inizialmente osteggiata da Cyril, che la ritiene una delle tante conquiste del fratello; successivamente, grazie al suo carattere determinato, guadagna il rispetto della donna e diventa parte integrante del processo creativo.

Inizialmente Alma è felice della sua vita, ma ben presto viene soggiogata dalla personalità complessa di Reynolds: quanto più lei si innamora, più lui si isola e trova fastidiose le sue attenzioni. Dopo che lei fa di tutto per organizzare una romantica cenetta a due, lui le critica le modalità di preparazione dei cibi e le dice di non tollerare alcuna deviazione dalla perfetta routine sulla quale si imposta la sua vita. Alma, umiliata, pianifica una vendetta: aggiunge al tè di Reynolds un estratto di funghi velenosi.

Reynolds, che mostra i primi sintomi dell'intossicazione, cade su un abito da sposa confezionato per una principessa belga, rovinandolo; lo stilista cade preda di febbre e allucinazioni durante le quali vede lo spettro di sua madre con indosso il primo abito che lui abbia mai creato. Alma si prende cura di lui, e quando guarisce l'uomo si rende conto di non poter più fare a meno della sua devozione, così le chiede di sposarlo. La ragazza, inizialmente dubbiosa, subito dopo acconsente al matrimonio.

Il rapporto tra i due novelli sposi è inizialmente felice, ma ben presto i due tornano a una routine di litigi e prevaricazioni reciproche, con Alma che vorrebbe uscire e divertirsi assieme a suo marito e Reynolds totalmente dedito al proprio lavoro. A seguito della perdita di alcuni affari, Reynolds si confessa con Cyril attribuendo a sua moglie la colpa, chiedendosi se non sia arrivato il momento di mandarla via. Alma assiste a questa conversazione, impassibile.

Pochi giorni dopo serve al marito un'omelette ripiena di funghi velenosi. Quando l'uomo la assaggia, lei gli rivela il suo piano: lo vuole indebolire momentaneamente allo scopo di averlo sotto controllo e potersi prendere cura di lui, per poi tornare a essergli sottomessa una volta guarito. Reynolds inghiotte l'omelette, accettando al contempo il continuo alternarsi del rapporto vittima-carnefice propostogli da Alma. Alma assiste Reynolds durante la sua guarigione, immaginando un futuro sereno con un figlio e la gestione congiunta degli affari; la donna comprende che la loro relazione sarà sempre difficile, ma il loro amore prevarrà, anche grazie all'accordo silenzioso che intercorre tra i due.

Interpreti e personaggi
Daniel Day-Lewis: Reynolds Woodcock
Vicky Krieps: Alma Elson
Lesley Manville: Cyril Woodcock
Camilla Rutherford: Johanna
Gina McKee: contessa Henrietta Harding
George Glasgow: Nigel Cheddar-Goode
Brian Gleeson: dott. Robert Hardy
Harriet Sansom Harris: Barbara Rose
Lujza Richter: principessa Mona Braganza
Julia Davis: Lady Baltimore
Nicholas Mander: Lord Baltimore
Philip Franks: Peter Martin
Phyllis MacMahon: Tippy
Silas Carson: Rubio Gurrerro
Richard Graham: George Riley
Martin Dew: John Evans
Jane Perry: sig.ra Vaughan
Doppiatori italiani
Massimo Lodolo: Reynolds Woodcock
Benedetta Degli Innocenti: Alma Elson
Claudia Catani: Cyril Woodcock
Marco Vivio: dott. Robert Hardy
Aurora Cancian: Barbara Rose
Domitilla D'Amico: principessa Mona Braganza
Silvio Anselmo: George Riley
Mauro Magliozzi: John Evans

fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_filo_nascosto

Character - Bastardo eccellente è un film del 1997 diretto da Mike van Diem. Premiata con l’Oscar quale migliore film straniero, questa pell...

Character - Bastardo eccellente è un film del 1997 diretto da Mike van Diem.

Premiata con l’Oscar quale migliore film straniero, questa pellicola tratta da due racconti di Ferdinand Bordewijk mette in campo molti argomenti senza risolverne, volutamente, nessuno. Lo scopo di Van Diem è quello di narrare la storia dei personaggi e di portarla a compimento, non di fornire risposte. E questo è senz’altro un pregio, perché al termine della visione avvertiamo comunque la vicenda conclusa, senza falsi moralismi e senza finali emotivamente ricattatori. I personaggi sono maschere tragiche, vittime e contemporaneamente carnefici di un dramma che affonda le proprie radici nella funzione del denaro, vero fulcro della vicenda, e nella morale calvinista.


Trama
Rotterdam, anni '20. Un giovane esce da un edificio che sorge lungo il canale della città, con il viso coperto ed insanguinato, attirando l'attenzione della gente che frequenta la zona. Giunto nella sua abitazione, qualche ora dopo, la polizia effettua un'irruzione, arrestandolo. Dreverhaven, uno dei più importanti amministratori della città, è stato assassinato, e il giovane, Jacob Katadreuffe, è il sospettato principale. Quest'ultimo, interrogato dal commissario, con un lungo flashback, racconta la propria vita, e svela il legame che lo collega alla vittima, senza omettere alcun particolare...


Interpreti e personaggi
Jan Decleir: Dreverhaven
Jonathan Maxwell Reeves: Communist
Fedja van Huêt: Jacob Katadreuffe
Betty Schuurman: Joba
Tamar van den Dop: Lorna te George
Victor Löw: De Gankelaar
Hans Kesting: Jan Maan
Lou Landré: Rentenstein
Bernard Droog: Stroomkoning

L'uomo sul treno - The Commuter (The Commuter) è un film del 2018 diretto da Jaume Collet-Serra. Il film ha come protagonista Liam Nees...

L'uomo sul treno - The Commuter (The Commuter) è un film del 2018 diretto da Jaume Collet-Serra.

Il film ha come protagonista Liam Neeson, affiancato da Vera Farmiga, che ritrova sul set Patrick Wilson dopo The Conjuring, Sam Neill, Elizabeth McGovern e Jonathan Banks.

Con "L'uomo sul treno" la collaborazione tra il regista Jaume Collet-Serra e l'attore Liam Neeson è arrivata alla quarta pellicola, dopo i precedenti "Unknown - Senza identità" (2011), "Non Stop" (2014) e "Run All Night" (2015). Ormai si può dire che il direttore spagnolo, adottato da Hollywood, abbia trovato il perfetto alter ego nell'interprete irlandese, che presta fisicità e volto ai personaggi di eroi comuni, loser, uomini sempre con una dirittura morale e un alto senso della giustizia.

Trama
Michael MacCauley è un mite pendolare di Tarrytown che tutti i giorni prende il solito treno per recarsi a Manhattan, dove lavora nel campo delle assicurazioni, al quale è passato dopo anni di servizio nella polizia di New York. Un giorno viene licenziato e, sul treno che lo riporta a casa, viene avvicinato da una donna, Joanna.

Per passare il tempo, Joanna gli propone una sfida: trovare un passeggero, nome in codice Prynne, che non dovrebbe trovarsi sul treno, e la cui esistenza mette in pericolo quella di tutti gli altri occupanti; Prynne ha con sé una borsa, all'interno della quale dovrebbe esserci un oggetto rubato: se Michael riuscirà a riconoscerlo e a infilare nel bagaglio un localizzatore GPS prima che Prynne scenda alla stazione di Cold Spring, otterrà una ricompensa di 100.000 dollari, in due tranches, prima 25mila in un gabinetto del treno, più altri 75mila ad operazione conclusa. Quando Joanna lascia il treno, Michael, inizialmente convinto si tratti di uno scherzo, non sembra prendere la cosa troppo sul serio, ma vinto dalla curiosità si reca infine nel luogo indicatogli in uno dei gabinetti, trovando parte della somma (25mila), capendo quindi che non si tratta di un gioco.

Tentato dal guadagno che risolverebbe molti dei suoi problemi, ma non volendo farsi coinvolgere, Michael cerca di lasciare il treno, quando viene avvicinato da una ragazza che gli consegna una busta con dentro la fede nuziale della moglie, facendogli capire che ora non può più tirarsi indietro e che se cercherà di infrangere le regole ne andrà di mezzo la sua famiglia. Spaventato per la sua incolumità e per quella della sua famiglia, che non riesce a contattare, Michael affida un messaggio ad un suo amico pendolare per fargli chiamare la polizia una volta sceso, con il solo risultato di vederlo gettato sotto un autobus subito dopo aver lasciato la stazione successiva, a riprova del fatto che qualcuno a bordo lo sta tenendo d'occhio.

A questo punto Michael non ha altra scelta che mettersi sulle tracce di Prynne e, dopo alcuni tentativi, si convince di averlo riconosciuto in un giovane latino con il quale ha una violenta discussione, ma al quale riesce infine a mettere addosso il localizzatore. Convinto di esserne finalmente uscito, Michael contatta il suo amico ed ex partner nella polizia Murphy, da cui apprende che Prynne è legato probabilmente ad un caso di apparente suicidio avvenuto qualche tempo prima, del quale è stato testimone e le cui rivelazioni potrebbero mettere in pericolo molte persone influenti di New York. Michael capisce quindi che i mandanti vogliono eliminare Prynne e cerca di salvare l’uomo col quale ha avuto una scazzottata, ma è troppo tardi: l'uomo viene infatti trovato morto da Michael in una botola di emergenza, ucciso dal killer che si nasconde ancora tra i passeggeri. Perquisendolo, però, Michael scopre che in realtà è un agente dell'FBI; poco dopo una telefonata di Joanna lo informa che quello non era il vero Prynne, esortandolo a proseguire la sua ricerca se vuole evitare che la sua famiglia sia uccisa.

Quando mancano poche fermate all'arrivo a Cold Spring (il capolinea del treno), Michael, disperato, dopo avere convogliato tutti i restanti passeggeri in un'unica carrozza per averli sotto controllo, arriva ad isolare cinque persone (un'infermiera messicana, un broker, una studentessa, un musicista afroamericano e un giocatore di poker) tra le quali dovrebbe esserci Prynne.

In un primo momento, sembra che il musicista possa essere il suo bersaglio, ma questi si rivela invece essere il killer al soldo di Joanna e, dopo una violenta colluttazione in una carrozza vuota, Michael riesce ad ucciderlo gettandolo giù da un finestrino; Michael viene contattato nuovamente da Joanna, che lo avvisa che ora l'unico modo che ha per uscirne e salvare la sua famiglia è eliminare lui stesso l'obiettivo una volta che lo avrà trovato.

Quando però il broker scende ad una fermata diversa da quella ipotizzata, Michael capisce di aver sbagliato persona e che Prynne è in realtà colei che gli sedeva accanto: una giovane donna di nome Sophia. Parlando con lei, l'uomo apprende che è stata testimone dell'omicidio del cugino, un urbanista del comune, e di aver portato via dalla scena del crimine un hard-disk che prova i comportamenti illeciti di molte personalità in vista di New York, aggiungendo inoltre che gli assassini erano dei poliziotti; Sophia aveva quindi contattato l'FBI, che la sta aspettando a Cold Spring per inserirla nella protezione testimoni.

Joanna chiama Michael e cerca di convincerlo a uccidere Sofia per il bene della sua famiglia, ma Michael si rifiuta. Joanna attiva il piano di sicurezza e fa deragliare il treno per uccidere tutti a bordo. Il treno inizia quindi a prendere velocità, ma con il sacrificio del capotreno, lui e Michael riescono a staccare l'ultima carrozza, che dopo un pauroso deragliamento si ferma lasciando i passeggeri sostanzialmente incolumi.

Di lì a breve però il vagone viene circondato dalla SWAT e dalla polizia, giunti per arrestare Michael in quanto accusato di terrorismo e sequestro: tra gli agenti accorsi vi è anche Murphy, che, indossato un rilevatore per farsi riconoscere dai sensori montati sui fucili della SWAT, entra nella carrozza in qualità di negoziatore. Il poliziotto tenta di convincere l'amico ad arrendersi, ma parlando con lui Michael capisce da una sua frase che anch'egli è uno dei corrotti, nonché il responsabile dell'omicidio del cugino di Sophia: ne nasce un violento scontro, con Michael che, aiutato anche dagli altri passeggeri, riesce a strappare il rilevatore di Murphy e metterlo addosso a se stesso, con il risultato di vedere l'ex-partner ucciso dai cecchini.

Passata la crisi, Michael viene riabilitato e può riabbracciare la sua famiglia. Il suo ex capitano, in precedenza ingiustamente indicato come un corrotto da Murphy, per creare sospetti in Michael, lo informa che buona parte dei cospiratori, inclusa Joanna, sono riusciti a scappare, ma le informazioni nell'hard-disk e la testimonianza di Sophia saranno più che sufficienti a far saltare parecchie teste illustri; inoltre, gli offre di tornare a lavorare al suo servizio come detective e lui accetta. Qualche tempo dopo, Michael riesce a trovare Joanna su un treno e, mostrandole il distintivo, la arresta.

Interpreti e personaggi
Liam Neeson: Michael McCauley
Vera Farmiga: Joanna
Patrick Wilson: Alex Murphy
Jonathan Banks: Walt
Elizabeth McGovern: Karen McCauley
Sam Neill: Capitano Hawthorne
Ella-Rae Smith: Sofia
Andy Nyman: Tony
Adam Nagaitis: Jimmy
Colin McFarlane: Sam
Florence Pugh: Gwen
Clara Lago: Eva
Kingsley Ben-Adir: Agente speciale Garcia
Killian Scott: Agente FBI Dylan
Kobna Holdbrook-Smith: Oliver
Roland Møller: Jackson
Shazad Latif: Vince
Nila Aalia: Sherri
Doppiatori italiani
Alessandro Rossi: Michael McCauley
Francesca Fiorentini: Joanna
Alessio Cigliano: Alex Murphy
Gerolamo Alchieri: Walt
Roberta Paladini: Karen McCauley
Gino La Monica: Capitano Hawthorne
Sara Labidi: Sofia
Luigi Ferraro: Tony
Davide Perino: Jimmy
Alberto Angrisano: Sam
Emanuela Ionica: Gwen
Jacopo Venturiero: Oliver
Alberto Bognanni: Jackson

The Great Debaters - Il potere della parola (The Great Debaters) è un film biografico del 2007 diretto e interpretato da Denzel Washington. ...

The Great Debaters - Il potere della parola (The Great Debaters) è un film biografico del 2007 diretto e interpretato da Denzel Washington.
Ambientato nel 1935, il film è basato sulla storia vera di Melvin B. Tolson, un professore del Wiley College, stato del Texas.


Trama
Il professor Tolson, dopo un'accurata selezione (si parte da 360 studenti per poi sceglierne 45 e arrivare alla fine a soli 4), sceglie i componenti del gruppo dei *debaters*. Sono: Henry Lowe (che lo stesso professore ha salvato qualche giorno prima da un possibile omicidio in una rissa), Samantha Booke (unica, e prima, donna a partecipare all'esperienza), James Farmer Jr. (quattordicenne, figlio dell'illustre James Farmer) e infine Hamilton Burgess. Con loro forma la prima squadra della scuola, nella quale la ragazza e il più giovane del gruppo saranno le due riserve. Sia il piccolo James Farmer che Henry si innamorano di Samantha, ma lei ricambia i sentimenti del ragazzo più grande causando un notevole disagio nel più giovane del gruppo.

Gli allenamenti al dibattito cominciano. Il professor Tolson, che un giorno viene coinvolto in un dibattito con i suoi allievi, fa sfoggio della sua cultura citando Willy Lynch, schiavista, da cui deriva il termine linciaggio. La prima sfida degli studenti è contro un college famoso, il Paul Quinn College, comunque composto da soli neri. In questo dibattito, citando la locuzione latina: solitudinem faciunt, pacem appellant riescono ad ottenere la prima vittoria.

Si susseguono molte altre vittorie e si arriva infine alla sfida con l'università di Oklahoma. A questo punto, però, Hamilton Burgess lascia il gruppo, per paura di possibili ritorsioni. Samantha sostituisce Hamilton, e, nel suo primo dibattito ufficiale, racconta del sergente Crocker (l'ultimo soldato ad essere ucciso il 13 maggio 1865 nella guerra civile) e di Henry Johnson e Needham Roberts, tutti eroi afroamericani. Samantha termina ribattendo all'avversario che il tempo per l'eguaglianza dei diritti deve essere sempre 'oggi'.

Dopo altri sforzi e altri dibattiti sulla discriminazione razziale, la squadra di Tolson riesce a confrontarsi, tra le tante, con la squadra di Harvard, e vince grazie all'ultimo discorso tenuto dal più giovane del gruppo.
Interpreti e personaggi
Denzel Washington: Melvin B. Tolson
Forest Whitaker: Dr. James Farmer Sr.
Nate Parker: Henry Lowe
Jurnee Smollett: Samantha Booke
Jermaine Williams: Hamilton Burgess
Denzel Whitaker: James Farmer Jr.
Gina Ravera: Ruth Tolson
John Heard: Sceriffo Dozier
Kimberly Elise: Pearl Farmer
Devyn A. Tyler: Helen Farmer
Trenton McClain Boyd: Nathaniel Farmer
Doppiatori italiani
Luca Biagini: Melvin B. Tolson
Massimiliano Lotti: Dr. James Farmer Sr.
Simone D'Andrea: Henry Lowe
Ludovica De Caro: Samantha Booke
Paolo De Santis: Hamilton Burgess
Andrea Oldani: James Farmer Jr.
Renata Bertolas: Ruth Tolson
Federico Danti: Sceriffo Dozier
Cristiana Rossi: Helen Farmer

Fight Club è un film del 1999 diretto da David Fincher, basato sull'omonimo romanzo di Chuck Palahniuk. È stato sceneggiato da Jim Uhls ...

Fight Club è un film del 1999 diretto da David Fincher, basato sull'omonimo romanzo di Chuck Palahniuk.

È stato sceneggiato da Jim Uhls e prodotto da Art Linson e Arnon Milchan.

Il film, che offre una visione altamente critica del consumismo e dell'alienazione dell'uomo moderno, è stato inserito nel 2008 al decimo posto nella classifica Lista dei 500 migliori film della storia secondo Empire.


Trama

Il protagonista è un uomo il cui vero nome non è mai pronunciato. Lavora come consulente nel ramo assicurativo di un'importante casa automobilistica. Si tratta dello stereotipo dello yuppie frustrato dalla vita moderna: schiavo del consumismo, depresso, insonne, ansioso e stordito dal jet lag. L'uomo trova un'apparente cura ai suoi problemi solo cominciando a frequentare gruppi d'ascolto per persone affette da mali incurabili; in questo modo incontra anche Marla Singer, una ragazza che come lui finge di avere gravi malattie.

Durante uno dei suoi viaggi di lavoro il protagonista conosce Tyler Durden, un originale ed eccentrico produttore e venditore di saponette. Quello stesso giorno, tornato dal lavoro, il protagonista scopre che la propria abitazione è andata distrutta in un'esplosione causata da una perdita di gas propagatasi all'interno di essa; disperato e affidandosi al caso, telefona a Tyler e decide di incontrarlo nuovamente. Dopo aver passato la serata in un locale, decidono di picchiarsi e in seguito Tyler lo porta nella propria fatiscente abitazione. Tra i due nascerà un affiatato quanto bizzarro rapporto.

Nelle settimane successive, il protagonista viene coinvolto da Tyler nella creazione del Fight Club, un circolo segreto i cui appartenenti prendono parte a violenti combattimenti tra loro. I due, entrati in simbiosi, radunano nuovi e numerosi adepti; in breve tempo, quello che era un circolo di combattimenti clandestini si trasforma in un ritrovo per uomini alienati e insoddisfatti, pronti a combattere fino alla morte pur di rovesciare ciò che considerano il loro nemico giurato, la società in cui vivono e che trova la sua massima espressione nell'American way of life. Tale indirizzo culmina nella creazione di un gruppo sovversivo e nel concepimento del "Progetto Mayhem" di stampo eco-terrorista e Anarco-primitivista.

Il protagonista, nel frattempo, parte alla ricerca di Tyler, temporaneamente scomparso, e di una risposta quantomeno plausibile a quanto sta accadendo. In ogni città in cui scende, continua ad avere una fortissima impressione di deja vu. Una notte, improvvisamente Tyler si materializza nella camera d'albergo in cui alloggia, e gli rivela che "Tyler Durden" non esiste: è solo un'invenzione del protagonista, che è dunque l'unico responsabile dei danni causati dal Progetto Mayhem. Attraverso un flashback, il protagonista rivede il primo combattimento con Tyler e si rende conto che allora si era picchiato da solo. È stato lui, quindi, a creare il Fight Club.

Spaventato dalle conseguenze estreme dall'attuazione del Progetto Mayhem, il protagonista denuncia alla polizia di essere il capo dei numerosi circoli legati alle lotte clandestine e di avere intenzione di far esplodere i più importanti istituti di credito della città, al fine di ristabilire la parità tra le persone e di creare caos. Nel finale, dopo una colluttazione con il suo alter ego, il protagonista si spara in bocca per stroncare la vita di entrambi, ma la ferita non è mortale. Raggiunto da Marla, che nel frattempo è stata trascinata nel palazzo da alcuni appartenenti al club, assiste al crollo dei dodici istituti di credito in cui erano state piazzate le bombe.


Interpreti e personaggi.

    Edward Norton: Narratore
     Brad Pitt: Tyler Durden
     Helena Bonham Carter: Marla Singer
     Jared Leto: Faccia d'Angelo
     Meat Loaf: Robert "Bob" Paulson
     Zach Grenier: Richard Chesler
     David Andrews: Thomas
     Rachel Singer: Chloe
     Tim De Zarn: ispettore Bird
     Ezra Buzzington: ispettore Dent
     David Lee Smith: Walter
     Eion Bailey: Ricky
     Evan Mirand: Steph
     Thom Gossom Jr.: detective Stern
     Peter Iacangelo: Lou
     Joon B. Kim: Raymond K. Hessel
     Michael Shamus Wiles: Barista


Doppiatori italiani.

    Massimo De Ambrosis: Narratore
     Sandro Acerbo: Tyler Durden
     Micaela Esdra: Marla Singer
     Simone Mori: Robert "Bob" Paulson
     Fabrizio Manfredi: Faccia d'Angelo
     Angelo Nicotra: Richard Chesler
     Tiziana Avarista: Chloe
     Sergio Di Stefano: ispettore Bird
     Dario Penne: ispettore Dent
     Roberto Gammino: Ricky
     Renato Mori: detective Stern
     Nino Prester: Lou
     Vittorio Stagni: Raymond K. Hessel

I fratelli Sisters (The Sisters Brothers) è un film del 2018 diretto da Jacques Audiard, al suo primo film in lingua inglese. La pellicola,...

I fratelli Sisters (The Sisters Brothers) è un film del 2018 diretto da Jacques Audiard, al suo primo film in lingua inglese.

La pellicola, adattamento cinematografico del romanzo del 2011 Arrivano i Sister scritto da Patrick deWitt, ha come protagonisti John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed.


Trama
Oregon, 1851. Due fratelli, Charlie ed Eli Sisters, il primo impulsivo, scontroso, amante di vino e donne, il secondo più riflessivo e sensibile, lavorano insieme, ma non vanno sempre d'accordo, così battibecchi ed incomprensioni sono all'ordine del giorno. I Sisters lavorano per conto di un ricco uomo d'affari, che si fa chiamare Commodoro, per eliminare i suoi nemici in modo veloce ed efficace. L'ultimo compito dei Sisters consiste nel far sparire Hermann Warm, un chimico, accusato di aver rubato dal Commodoro, che contatta ulteriormente il detective privato John Morris per catturare Warm e incontrarsi con i fratelli per giustiziarlo.

Morris incontra Warm che viaggia con una carovana diretta per la California all'apice della corsa all'oro e stringe amicizia con lui. Giunti a Jacksonville, dove Morris intende consegnare Warm ai fratelli, Warm scopre le vere intenzioni di Morris e lo minaccia con una pistola, ma Morris lo sconfigge e a quel punto Warm rivela di avere creato una formula chimica che gli permette di individuare l'oro dai letti dei fiumi; i Sisters sono stati inviati per estirpargliela torturandolo, prima di ucciderlo. Non volendo permettere la morte di un innocente, Morris decide di ribellarsi agli ordini imposti dal Commodoro e lascia Jacksonville con Warm. Mentre viaggiano per San Francisco, Warm confida a Morris il suo desiderio di creare una società utopica, libera dall'avidità e dai difetti che tormentano le altre località del West.

Nel frattempo, il tragitto dei Sisters è afflitto da infortuni; un orso grizzly attacca il loro accampamento e ferisce un cavallo, Eli rischia la morte dopo essere stato morso in bocca da un ragno velenoso e Charlie si ubriaca troppo spesso per poter riuscire a proseguire senza impicci. Quando giungono a Jacksonville e scoprono il tradimento di Morris, i Sisters partono al loro inseguimento e giungono a una locanda a Mayfield, dove la proprietaria nega di averli visti passare e accoglie i fratelli calorosamente. Una prostituta però decide di avvertire Eli di un attacco a sorpresa, e tenta di scappare con un Charlie ubriaco. Quando vengono circondati da dei pistoleri assunti dalla signora Mayfield, i Sisters si difendono rispondendo al fuoco e interrogano Mayfield per farsi dire la meta di Morris e di Warm, prima di ucciderla e derubarla.

A San Francisco, Eli inizia a litigare con Charlie affermando di preferire mollare il caso e ritirarsi, ma Charlie rifiuta rabbiosamente la proposta. Il giorno seguente, infatti, Charlie rivela di avere individuato una rivendicazione territoriale nel nome di Morris, ed Eli accetta di portare a termine la loro ultima missione. Tuttavia i Sisters vengono catturati da Morris e Warm, che vengono in seguito intercettati da degli uomini di Mayfield, mandati da lei prima della sua morte per prendersi la formula. I quattro uniscono le forze per uccidere gli uomini di Mayfield, poi i Sisters accettano di aiutarli a trovare l'oro in cambio della metà del raccolto. I quattro uomini iniziano a conoscersi intimamente; Morris e Warm pianificano di erigere un falansterio a Dallas, mentre Eli spiega che Charlie ha ucciso il loro padre abusivo e alcolista quando erano giovani, ed Eli svolge con riluttanza lo stesso mestiere di Charlie per seguirlo e proteggerlo dalle sue tendenze violente.

Durante la costruzione di una piccola diga per recuperare l'oro, Eli scopre che il suo cavallo è morto per via della ferita inferitagli dall'orso che si era infettata. Completata la diga, Warm spiega che quando la sua formula chimica viene aggiunta all'acqua, fa brillare brevemente l'oro allo stato grezzo, ma è estremamente caustica. Gli uomini versano la formula nel fiume e iniziano a raccogliere l'oro. Quando il bagliore inizia a svanire, Charlie si fa prendere dal panico e cerca di aggiungere altra formula, ma versa la sostanza non diluita sulla sua mano e nel fiume. Eli si precipita fuori dal fiume per trattenere Charlie, mentre la formula non diluita corrode gravemente Warm e Morris, rimasti in acqua. Il giorno successivo, Warm soccombe alle ferite mentre Morris si spara per porre fine al dolore. Charlie si fa amputare il braccio disciolto e Eli lo protegge uccidendo dei pistoleri inviati dal Commodoro, e Charlie stabilisce che devono ucciderlo.

Tornati a Oregon City, tuttavia, scoprono che il Commodoro è deceduto. I Sisters si recano al funerale del Commodoro ed Eli tira un pugno al suo cadavere per accertarsi che è morto. Infine i fratelli decidono di ritirarsi andando a vivere con la loro madre. Benché inizialmente diffidente, la donna li accetta in casa.
Interpreti e personaggi
John C. Reilly: Eli Sisters
Joaquin Phoenix: Charlie Sisters
Jake Gyllenhaal: John Morris
Riz Ahmed: Hermann Kermit Warm
Rutger Hauer: Commodoro
Rebecca Root: Mayfield
Carol Kane: sig.ra Sisters
Allison Tolman: prostituta nel saloon
Ian Reddington: sig. Sisters
Hugo Dillon: dott. CRane
Richard Brake: Rex
Doppiatori italiani
Simone Mori: Eli Sisters
Fabio Boccanera: Charlie Sisters
Stefano Crescentini: John Morris
Gabriele Sabatini: Hermann Kermit Warm
Daniele Blandino: Mayfield
Stefanella Marrama: sig.ra Sisters
Daniela Abbruzzese: prostituta nel saloon
Emilio Mauro Barchiesi: dott. CRane
Achille D'Aniello: Rex

«Monsieur Batignole» è un film del 2002, diretto da Gérard Jugnot, che ne è anche il principale interprete. Trama Parigi, 1942; Edmond Bat...

«Monsieur Batignole» è un film del 2002, diretto da Gérard Jugnot, che ne è anche il principale interprete.


Trama
Parigi, 1942; Edmond Batignole è un rosticcere che, durante l'occupazione tedesca della Francia, cerca di destreggiarsi evitando con cura di prendere posizione e curandosi soltanto dei suoi affari. Un giorno degli abitanti del quartiere - la famiglia ebrea Bernstein - vengono arrestati e deportati. Sua moglie chiede a Pierre jean, fidanzato della figlia Micheline e collaborazionista tedesco, di intercedere presso le autorità tedesche affinché venga loro assegnato il prestigioso appartamento che è rimasto vuoto dopo l'arresto. La cosa mette a disagio Edmond, che però non ha voglia di opporsi alle insistenze della moglie.

Grazie alle entrature del collaborazionista la casa viene loro assegnata. Ma proprio nel giorno in cui la famiglia Batignole si trasferisce nell'appartamento e festeggia l'evento assieme agli ufficiali tedeschi, suona alla porta Simon, uno dei bambini della famiglia Bernstein, che è riuscito a fuggire prima di essere deportato in Germania. Edmond dapprima lo vuole mandar via, ma poi si fa sempre più coinvolgere nel tentativo di salvare il ragazzino, al quale si aggiungono poi altre due bimbe, Sara e Guila Cohen, cioè due cugine di Simon anche loro sfuggite alla deportazione della loro famiglia.

Alla fine il senso di giustizia prende il sopravvento in Edmond. Sfidando con insospettabile coraggio le SS, riesce a trovare i soldi per organizzare la fuga dei tre bimbi verso la Svizzera. Ma Pierre jean li scopre e minaccia fanaticamente di denunciarlo alle SS. Edmond lo uccide e fugge in treno assieme ai tre bimbi per raggiungere la frontiera svizzera. La figlia Micheline, benché fosse la fidanzata di Pierre jean, approva le sue azioni.

Riuscendo fortunosamente a eludere i controlli, i quattro arrivano in una fattoria vicino al confine, dove vengono ospitati da Irène, il cui marito è prigioniero di guerra. Qui rischiano di essere arrestati per la sbadataggine del piccolo Simon e di Martin, il figlio di Irène geloso delle attenzione della madre per Edmond. Ma anche in questo caso riescono a sfuggire ai tedeschi.

Alla fine Edmond riesce a condurre i bambini alla frontiera svizzera. Al momento di salutare i tre bambini, anche Edmond decide di restare con loro, scegliendo così una vita meno conformista. Simon, Sara e Guila si salveranno, ma non rivedranno mai più le loro famiglie.
Interpreti e personaggi
Gérard Jugnot: Edmond Batignole
Jules Sitruk: Simon Bernstein
Michèle Garcia: Marguerita, moglie di Batignole
Jean-Paul Rouve: Pierre Jean
Alexia Portal: Micheline, figlia di Batignole
Violette Blankaert: Sara Cohen, bambina.
Daphné Baiwir: Guila Choen, altra bambina
Goetz Burger : Spreicht, Colonnello delle SS
Marie Gaelle Cals: Edwige
Elisabeth Commelin: Irène, contadina, madre di Martin
Damien Joullerot: Martin, suo figlio piccolo
Karine Pinoteau: infermiera
Sylvie Herbert: portinaia a Montmartre
Daniel Martin: Agente della Gendarmerie
Hubert Saint Macary: Tenente della Gendarmeria
Christophe Rouzeud: Parroco del villaggio
Eric Cyvanian: Gallerista d'arte
Roland Marchisio: Guardiano del deposito oggetti
Tichy Holgado: Lucien Morel, un affarista

Arrestatemi (Arrêtez-moi) è un film del 2013 diretto da Jean-Paul Lilienfeld. Il soggetto è tratto dal romanzo di Jean Teulé Les Lois de la...

Arrestatemi (Arrêtez-moi) è un film del 2013 diretto da Jean-Paul Lilienfeld. Il soggetto è tratto dal romanzo di Jean Teulé Les Lois de la gravité del 2003.

Trama

Una donna entra in un commissariato di sera per autodenunciarsi per un omicidio vecchio di dieci anni. Fu lei infatti a spingere il marito giù dal balcone per quello che venne archiviato come un incidente. A raccogliere la confessione, un'esperta ispettrice, il tenente Pontoise, che, scavando nel passato della donna, comprende come questa abbia commesso l'atto omicidiario in preda ad una reazione comprensibilissima dato le ripetute violenze e vessazioni subite ad opera del marito. In pratica l'ispettore cerca di convincere in tutti modi la donna a desistere dal costituirsi, non essendoci alcun interesse né privato né pubblico nel suo arresto. La donna però vuole espiare la sua colpa ed insiste. Quando si scopre che alla mezzanotte scadranno esattamente i dieci anni che sanciscono la prescrizione, l'ispettrice temporeggia con tutti i mezzi fino ad impedire alla donna di rendere la deposizione in tempo. Seppure fra continui attriti, tra le due donne nasce comunque una complicità e una solidarietà che permette all'ispettrice, una volta rilasciata la donna, di proporre a questa un'ultima opportunità. Si può redigere una confessione scritta a mano e mettere la data del giorno precedente motivando il tutto con l'impossibilità ad usare il computer, che effettivamente il tenente aveva messo fuori uso. La donna accetta e così può finalmente avviarsi serena verso il carcere, dando compimento al senso di giustizia che l'aveva mossa.

Interpreti e personaggi ;

Sophie Marceau: la colpevole
Miou-Miou: tenente Pontoise
Marc Barbé: Jimmy
Yann Ebonge: Joliveau
Valérie Bodson: Madeleine
Arthur Buyssens: Cedric
Dinara Droukarova: tenente Pontoise giovane

Truman - Un vero amico è per sempre (Truman) è un film del 2015 diretto da Cesc Gay. Interpretato da Ricardo Darín, Javier Cámara e Dolores...

Truman - Un vero amico è per sempre (Truman) è un film del 2015 diretto da Cesc Gay.

Interpretato da Ricardo Darín, Javier Cámara e Dolores Fonzi, il film racconta, attraverso i toni lievi e ironici della commedia, di due amici che si ritrovano dopo tanto tempo in un momento difficile della propria vita, dimostrando come l'amicizia sia più forte di ogni cosa.

Niente è scontato nei personaggi di Truman o nelle svolte della loro storia, eppure tutto ha un senso, è umanamente comprensibile, né mai il regista sottovaluta l'intelligenza e l'esperienza di vita degli spettatori, che (ri)conoscono ognuna delle reazioni di Tomas e Julian, fuori dai cliché del melodramma. Ricardo Darin nei panni di Julian e Javier Camara in quelli di Tomas sono straordinari e straordinariamente credibili. La loro amicizia è di quelle che tutti vorrebbero perché comporta un'accettazione totale dell'altro, manchevolezze comprese.

Trama
Julian e Tomas sono due amici che si ritrovano dopo tanto tempo. Tomas è venuto dal Canada a Madrid per incontrare Julian che sta per morire. Julian ha lottato per un anno contro un tumore, ma adesso ha deciso di abbandonare ogni cura e vivere serenamente questi ultimi mesi di vita. Julian ha un cane di nome Truman e desidera darlo in adozione. Così contatta una famiglia e glielo lascia per due giorni. Però il loro figlio non accetta che un giorno dovrà dirgli addio, essendo Truman molto anziano, così rifiutano di adottarlo. Julian contatta un'altra signora, ma l'amico Tomas lo convince a non darglielo. Intanto Julian e Tomas vanno ad Amsterdam per salutare il figlio di Julian che compirà ventun anni e non sa dello stato di salute del padre. Vorrebbe dirglielo ma non ne ha il coraggio. Ritornati a Madrid Julian incontra Gloria, sua ex-moglie, e viene a sapere che il figlio, in realtà, sapeva tutto poiché aveva insistito con la madre per conoscere la verità. Dopo quattro giorni Tomas ritorna a Montreal, e all'aeroporto si danno l'addio. Julian consegna Truman a Tomas, che lo dovrà accudire amorevolmente a casa sua. Tomas accetta questo incarico. Sa che non vedrà più il suo caro amico Julian.



Interpreti e personaggi
Ricardo Darín: Julián
Javier Cámara: Tomás
Dolores Fonzi: Paula
Eduard Fernández: Luis
Àlex Brendemühl: veterinario
Pedro Casablanc: medico
José Luis Gómez: produttore
Doppiatori italiani
Paolo Marchese: Julián
Marco Mete: Tomás
Francesca Fiorentini: Paula

4 mesi, 3 settimane, 2 giorni  è un film del 2007 di Cristian Mungiu, interpretato da Anamaria Marinca, Vlad Ivanov e Laura Vasiliu. Vincit...

4 mesi, 3 settimane, 2 giorni  è un film del 2007 di Cristian Mungiu, interpretato da Anamaria Marinca, Vlad Ivanov e Laura Vasiliu.

Vincitore della Palma d'oro al 60º Festival di Cannes, e premiato come miglior film alla 20ª edizione degli European Film Awards, è stata tra le opere più apprezzate dalla critica mondiale nel 2008.

L'idea iniziale per il film nasce dal progetto di Mungiu per un altro film, Racconti dell'età dell'oro, con il quale racconterà la storia del comunismo in Romania attraverso le sue leggende metropolitane. Mentre lavorava a quest'ultima pellicola, Mungiu sentì la necessità di fare un film serio incentrato su una storia tragica sotto il regime, per bilanciare gli intenti commedici di Racconti dell'età dell'oro.


Trama
Romania, 1987. Nei conclusivi e difficili anni del regime di Ceaușescu due ragazze di provincia, Otilia e Găbița, dividono la stanza in un pensionato universitario. Quando Găbița rimane incinta senza volerlo, inizia per loro il calvario di trovare un modo illegale per abortire, al tempo un reato nel paese. Riescono a rintracciare un certo Bebe, il quale le riceve in una stanza d'albergo, lontano da occhi indiscreti. Qui però le ragazze scoprono che i loro soldi non bastano, sicché Bebe vuole un pagamento in natura: una riluttante Otilia è costretta ad accettare, mettendo il bene dell'amica davanti allo spregevole ricatto. Quindi Bebe opera Găbița, spiega alle ragazze come disfarsi del feto e le lascia al loro destino.

Frattanto Otilia, la quale aveva già preso un impegno con il suo fidanzato, lascia Găbița da sola in albergo, in attesa che l'operazione faccia il suo corso, e in compagnia della famiglia del ragazzo cerca di dimenticare per qualche ora gli ultimi e inconfessabili eventi. Quando torna dall'amica, questa ha ormai abortito, e Otilia, al culmine di una orribile giornata, si ritrova costretta allo straziante gesto di liberarsi del feto, vagando di notte per la città, prima di gettarlo nella spazzatura. Tornata in albergo da Găbița, la quale aveva supplicato l'amica di dare una degna sepoltura al feto, questa riceve da Otilia solo la risposta che non parleranno mai più della questione.

La maggior parte del film è stato girato a Bucarest, soltanto alcune scene in un albergo a Ploiești.

Interpreti e personaggi
Anamaria Marinca: Otilia
Vlad Ivanov: Mr. Bebe
Laura Vasiliu: Găbița
Alexandru Potocean: Adi


Doppiatori italiani
Claudia Catani: Otilia
Luca Biagini: Mr. Bebe
Valentina Mari: Găbița
Fabio Boccanera: Adi

Il caso Kerenes è un film drammatico del 2013 diretto da Călin Peter Netzer. È stato proiettato in anteprima alla 63ª edizione del Festival...

Il caso Kerenes è un film drammatico del 2013 diretto da Călin Peter Netzer.

È stato proiettato in anteprima alla 63ª edizione del Festival di Berlino, aggiudicandosi l'Orso d'oro e il premio FIPRESCI.

Nel 2014 è stato designato come film rappresentante il cinema rumeno alla selezione per l'Oscar al miglior film straniero, venendo però escluso dalla candidatura.

Il titolo italiano del film contiene un errore relativo al cognome della protagonista, che in realtà è Kenereș e non Kerenes.

Trama.

La sessantenne Cornelia Kenereș è un architetto, sposata con un chirurgo, con frequentazioni nell'alta borghesia rumena e un pessimo rapporto con il suo unico figlio Barbu, che convive con una donna divorziata e combatte per rendersi indipendente dalla madre. Dopo che Barbu, guidando ad alta velocità, investe e uccide un ragazzo che attraversa la strada, l'istinto materno e la volontà di avere tutto sotto controllo spingono Cornelia ad usare ogni sua conoscenza e a ricorrere ad espliciti atti di corruzione per evitargli il carcere.

Il ragazzo si oppone al tentativo di riavvicinamento da parte della madre e, pur capendo di correre maggiori rischi, preferisce non avere aiuti da lei. Cornelia non demorde e dopo aver parlato con un testimone dell'incidente, disposto a cambiare versione in merito alla velocità dell'auto di Barbu in cambio di un ricco compenso, convince il figlio ad incontrare i familiari della vittima per offrire loro di pagare le spese del funerale e chiedere perdono. Il gesto, in origine ideato come cinica mossa per evitare o almeno rendere più lieve il processo, si rivela invece, nell'incontro con lo strazio e la dignità della povera famiglia del ragazzo ucciso, un'occasione per ripercorrere (e considerare finalmente in modo corretto) i rapporti tra Cornelia e Barbu.

Il cavallo di Troia è sempre e comunque il senso di colpa che cerca di instillare nel figlio il quale è ormai incapace di affrontare qualsiasi altra opzione che non comporti la fuga dalle responsabilità. Sullo sfondo, ma messa a fuoco da una sceneggiatura capace di un work in progress efficace, c'è la Romania di oggi.


Interpreti e personaggi

    Luminița Gheorghiu: Cornelia Kenereș
     Bogdan Dumitrache: Barbu
     Ilinca Goia: Carmen
     Natașa Raab: Olga Cerchez
     Florin Zamfirescu: Aurelian Făgărășanu
     Vlad Ivanov: Dinu Laurențiu

Doppiatori italiani

    Aurora Cancian: Cornelia Kenereș
     Edoardo Stoppacciaro: Barbu
     Barbara De Bortoli: Carmen
     Antonella Giannini: Olga Cerchez
     Nino Prester: Aurelian Făgărășanu
     Angelo Maggi: Dinu Laurențiu

Cuore selvaggio (Wild at Heart) è un film del 1990 diretto da David Lynch, basato sul romanzo omonimo di Barry Gifford, vincitore della Palm...

Cuore selvaggio (Wild at Heart) è un film del 1990 diretto da David Lynch, basato sul romanzo omonimo di Barry Gifford, vincitore della Palma d'oro come miglior film al 43º Festival di Cannes, conferita dalla giuria presieduta dal regista italiano Bernardo Bertolucci.[1]

Interpretato da Nicolas Cage, Laura Dern, Diane Ladd, Harry Dean Stanton e Willem Dafoe, il film mescola una storia d'amore shakespeariana a eventi bizzarri e scene di violenza insana che lo rendono un road movie atipico, nel pieno stile del regista statunitense. Il film è anche un grottesco omaggio alla storia del Mago di Oz.

Scandaloso, provocatorio, innovativo, David Lynch dirige un film in cui l'elemento onirico, si scontra con l'elemento reale, in un esplosione di follia piuttosto lontana rispetto a capolavori come Mulholland Drive e Strade Perdute, ma che rispecchia l'anello di congiunzione che segnerà la sua cinematografia a partire dagli anni novanta.

Trama
Sailor Ripley e Lula Pace Fortune sono amanti, ma si separano dopo che Sailor viene incarcerato in seguito ad un omicidio commesso per legittima difesa. Dopo il suo rilascio, i due fuggono per andare in California, violando apertamente gli obblighi di libertà vigilata. Marietta Fortune, la madre psicopatica di Lula che aveva già inizialmente cercato di fare uccidere Sailor, sguinzaglia un detective privato e tutte le sue conoscenze nella criminalità per trovarli.

Nonostante questo la loro fuga continua attraverso l'America, fino a quando i due non assistono alla morte di una ragazza dopo un terribile incidente stradale, che si rivelerà per loro un cattivo presagio. Giunti in una piccola città del Texas, a corto di soldi e con la ragazza ormai incinta, Sailor accetta per disperazione la proposta del torbido Bobby Peru di partecipare ad una rapina, destinata a finire male: Peru viene ucciso e Sailor viene di nuovo incarcerato.

Uscito di galera, trova Lula ed il figlio Pace ad aspettarlo, ma nel tragitto di ritorno a casa Sailor ha un ripensamento ed abbandona nuovamente la sua amata, avviandosi a piedi verso la stazione. Ed è proprio durante questa camminata che viene aggredito da una gang locale: mentre è a terra, gli appare la "fata buona" che gli suggerisce di riconciliarsi con Lula, cosa che fa subito dopo essersi ripreso, nuovamente felice.


Interpreti e personaggi
Nicolas Cage: Sailor Ripley
Laura Dern: Lula Pace Fortune
Diane Ladd: Marietta Fortune
Willem Dafoe: Bobby Peru
J.E. Freeman: Marcelles Santos
Isabella Rossellini: Perdita Durango
Harry Dean Stanton: Johnnie Farragut
Crispin Glover: Cugino Dell
W. Morgan Sheppard: sig. Reindeer
Pruitt Taylor Vince: Buddy
Grace Zabriskie: Juana Durango
Sheryl Lee: Glinda la strega buona
Sherilyn Fenn: Ragazza dell'incidente
Jack Nance: OO Spool
Frank Collison: Timmy Thompson
Eddy Dixon: Rex
Peter Bromilow: Hotel Manager
Gregg Dandridge: Bob Ray Lemon


Doppiatori italiani
Edizione originale
Massimo Lodolo: Sailor Ripley
Giuppy Izzo: Lula Pace
Mario Cordova: Bobby Peru
Gabriella Genta: Marietta Fortune
Pino Colizzi: Marcelles Santos
Roberta Paladini: Perdita Durango
Pietro Biondi: Johnnie Farragut
Carlo Sabatini: sig. Reindeer
Giorgio Lopez: Buddy
Manuela Andrei: Juana Durango
Germana Dominici: Glinda, la strega buona
Loredana Nicosia: Ragazza dell'incidente
Massimo Rinaldi: Timmy Thompson
Stefano Benassi: Rex
Mario Bardella: Hotel Manager
Giovanni Petrucci: Bob Ray Lemon
Teo Bellia
Paola Giannetti
Gaetano Varcasia: Voci alla radio


Ridoppiaggio (2005)

Tony Sansone: Sailor Ripley
Cristina Giachero: Lula Pace
Gianluca Machelli: Bobby Peru
Carlo Reali: sig. Reindeer

C'è in buona sostanza quel connubio tra indifferenza della collettività e presa di coscienza di un pugno di individui a fare da base per...

C'è in buona sostanza quel connubio tra indifferenza della collettività e presa di coscienza di un pugno di individui a fare da base per questo film rapido e secco, che non ha preliminari nè code ma è concentrato nella missione dei tre.

Come nei migliori western non intellettuali ci sono poche parole e molti fatti ed è il muoversi in una terra di nessuno che pare non appartenere agli uomini ed essergli indifferente che fornisce il giusto quantitativo di epica autunnale. Inoltre è proprio la presenza di una donna che non ha tratti mascolini ma una determinazione femminile unita alla fibra morale necessaria a non abbassare la testa ed è proprio la sensanzione che la violenza sia necessaria perchè apparteniene più ai luoghi che agli uomini che la abitano, a connotare Go with me come un piccolo gioiello.

Trama.

In un paese in cui nessuno sembra intenzionato a ergersi contro Blackway, "l'uomo più pericoloso in zona", un terzetto di outsider decide di partire alla vendetta. Una donna con le spalle al muro, terrorizzata dalle minacce e dallo stalking di Blackway, tocca il fondo quando questo criminale ex vice sceriffo le decapita il gatto ma si scontra contro il muro di gomma della polizia che non intende agire e le suggerisce anzi di essere lei ad andarsene. Anche il consiglio dei saggi del paese riuniti in una terribile segheria sembra non volerla aiutare, nessuno tranne un vecchio, dotato di sue motivazioni, e un ragazzo scemo che si accompagna a lui. Contro i consigli pavidi di tutti e le minacce velate della comunità indiana di questo paese di provincia sul confine tra Stati Uniti e Canada, i tre dovranno trovare Blackway, il temuto e pericoloso mafioso, killer e maniaco, farlo ragionare (improbabile) o farlo fuori (molto più probabile).

Interpreti e personaggi.

Anthony Hopkins    Lester
Julia Stiles    Lillian
Alexander Ludwig    Nate
Ray Liotta    Blackway
Hal Holbrook    Whizzer
Lochlyn Munro    Murdoch

Cesare deve morire è un film del 2012 diretto da Paolo e Vittorio Taviani. La pellicola, girata in uno stile docu-drama, narra la messa in s...

Cesare deve morire è un film del 2012 diretto da Paolo e Vittorio Taviani. La pellicola, girata in uno stile docu-drama, narra la messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare da parte dei detenuti di Rebibbia diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli.

Il film ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2012, riconoscimento che mancava al cinema italiano dal 1991, quando il premio era stata assegnato a La casa del sorriso di Marco Ferreri. Ha ricevuto inoltre otto candidature ai David di Donatello 2012, tra le quali quelle per miglior film e miglior regista e ne ha vinti 5, compresi i due citati.

Trama.
All'interno del teatro del carcere di Rebibbia, si conclude la rappresentazione del "Giulio Cesare" di Shakespeare, affidata ad alcuni detenuti della sezione Alta Sicurezza. I detenuti, qui in veste di attori, tornano nelle celle. Sei mesi prima, infatti, il direttore del carcere aveva annunciato il progetto della rappresentazione teatrale; ne seguono quindi i provini. Il "Giulio Cesare", dunque, prende corpo progressivamente ed è l'occasione per gli attori di comprendere come le passioni, i legami e i tradimenti che punteggiano, guidano o traviano la vita dell'uomo (e le loro storie criminali) non sono mai cambiate nei secoli e che le vicende della storia riproducono, solo in scala diversa, quelle delle vite di tutti.

I Taviani scelgono la strada del work in progress utilizzando coraggiosamente l'ormai antinaturalistico (e televisivamente poco gradito) bianco e nero. L'originalità della loro ricerca sta nella cifra quasi pirandelliana con la quale cercano la verità nella finzione. Questi uomini che mettono la loro faccia e anche la loro fedina penale (sovrascritta sullo schermo) in pubblico si ritrovano, inizialmente in modo inconsapevole, a cercare e infine a trovare se stessi nelle parole del bardo divenute loro più vicine grazie all'uso dell'espressione dialettale. Frasi scritte centinaia di anni fa incidono sul presente nel modo che Jan Kott attribuiva loro nel saggio del 1964 dal titolo "Shakespeare nostro contemporaneo". Ogni detenuto 'sente' e dice le battute come se sgorgassero dal suo intimo così che (ad esempio) Giovanni Arcuri è se stesso e Cesare al contempo e la presenza del regista Cavalli e dell'ex detenuto e ora attore Striano nel ruolo di Bruto non stonano nel contesto.

Interpreti e personaggi.
Cosimo Rega: Cassio
Salvatore Striano: Bruto
Giovanni Arcuri: Cesare
Antonio Frasca: Marcantonio
Juan Dario Bonetti: Decio
Vincenzo Gallo: Lucio
Rosario Majorana: Metello
Francesco De Masi: Trebonio
Gennaro Solito: Cinna
Vittorio Parrella: Casca
Pasquale Crapetti: legionario
Francesco Carusone: indovino

I ragazzi del coro (Les choristes) è un film del 2004 diretto da Christophe Barratier. Il nocciolo della storia è tratto dal film del 1945 ...

I ragazzi del coro (Les choristes) è un film del 2004 diretto da Christophe Barratier.

Il nocciolo della storia è tratto dal film del 1945 La gabbia degli usignoli diretto da Jean Dréville, che ottenne una candidatura agli Oscar del 1948 per il miglior soggetto.

Ottima regia ed ottima fotografia, quasi tutto le riprese del film vengono svolte all’interno del “Fond de l’étang”. Sontuosa, l’interpretazione di un grande attore come Gérard Jugnot, ma anche quelle di Jean-Baptiste Maunier (che interpreta il ragazzo Pierre Morhange) e di Grégory Gatignol (che interpreta Mondain).

Azione, reazione: la regola imposta dal dispotico Rachin si rivela, ribaltata, la morale del film. Non sono il direttore, l’insegnante o il sorvegliante a reagire, ma i ragazzi che, abituati ad un rapporto di sottomissione all’autorità collegiale, scoprono un nuovo e migliore modo di rapportarsi con essa. Così, dal ruolo di carceriere, Mathieu finirà per ricoprire quello di padre passando, soprattutto, per quello di salvatore: un nugolo di ragazzini senza prospettive scopre grazie a lui come crearsele, imparando a costruire, ognuno da sé, il proprio futuro.  Il mezzo attraverso il quale si trasmette questo messaggio, da Mathieu ai ragazzi e da questi allo spettatore, è la musica, universale veicolo di emozioni.

Trama
New York. Pierre Morhange è un famoso direttore d'orchestra francese, che riceve una telefonata dalla Francia: sua madre è morta. Tornato in Francia, la sera dopo il funerale un uomo bussa alla sua porta. Inizialmente Pierre non lo riconosce, ma quando l'uomo dice di chiamarsi Pepinot improvvisamente si ricorda: cinquant'anni prima i due, quando erano ragazzi, erano stati tenuti in un collegio per bambini difficili chiamato "Fond de l'étang" (Fondo dello stagno). Guardando le foto assieme, ad un certo punto Pepinot passa a Pierre un diario, scritto da Clément Mathieu, loro sorvegliante all'istituto. Pierre comincia a leggere.

1949. Mathieu, compositore e insegnante di musica rimasto senza lavoro, accetta un impiego da sorvegliante a Fond de l'étang. Viene accolto dal direttore Rachin, che gli parla dei ragazzi che frequentano l'istituto, del loro comportamento non corretto e gli presenta la sua regola azione-reazione. Suggerisce a Mathieu di non dare alcuna giustificazione agli alunni, nella convinzione che i ragazzi capiscono solo se puniti. Mathieu crede, invece, che per educarli sia possibile usare punizioni meno severe, instaurando con loro un dialogo e una maggiore comprensione. Dopo un paio di scherzi, sentendo i ragazzi cantare, decide anche di formare un coro diviso in tre gruppi, nonostante la contrarietà del direttore.

Una sera Mathieu sente Pierre Morhange, uno degli alunni più indisciplinati della classe, cantare un pezzo della canzone Vois sur ton chemin. Il ragazzo, grazie al suo talento, viene nominato solista del coro.

Mathieu è comprensivo con i ragazzi, ma così facendo si attira le antipatie del direttore. Quest'ultimo, infatti, in realtà è un arrampicatore sociale insoddisfatto della sua condizione, che sfoga la propria rabbia sui ragazzi a cui, inoltre, ruba parte dei sussidi, e vede nella formazione del coro una critica alla sua autorità.

Un giorno arriva all'istituto un nuovo ragazzo: Mondain, un delinquente trasferito dal carcere minorile, verso cui Rachin dimostra ancora meno comprensione, picchiandolo e punendolo più volte, finché scappa. Poiché nel frattempo vengono persi anche i soldi per i sussidi, Rachin incolpa immediatamente Mondain che, quando viene trovato e riportato all'istituto, viene brutalmente picchiato e poi mandato in prigione. Mondain, però, continua a dichiararsi innocente.

Vedendo come il coro abbia portato molta più felicità, gli altri insegnanti dell'istituto cominciano ad appoggiare Mathieu dimostrando, in realtà, di tenere ai ragazzi; ma, dati i recenti sviluppi, Rachin proibisce la continuazione del coro. La cosa ha poca importanza: il coro diventa clandestino e, poco tempo dopo, zio Maxence, magazziniere dell'istituto che già da prima vedeva la disumanità del direttore, ne rivela l'esistenza alle benefattrici e alla contessa locale, che viene ad ascoltare i ragazzi. Il coro ha molto successo e Rachin lascia che i ragazzi continuino a cantare in classe (ma solo per attribuirsi il merito dell'ideazione del coro) e ora il signor Langlois, insegnante di matematica, accompagna il coro con il pianoforte. Ad un certo punto, zio Maxence trova i soldi scomparsi vicino all'armonica di uno dei ragazzi: questa è la prova che Mondain era davvero innocente, ma comunque Rachin si rifiuta di farlo scarcerare, poiché "se non è stato colpevole oggi, lo sarà stato ieri".

Nel frattempo Mathieu aveva dedicato parte del suo tempo ad "addomesticare" Morhange, nel tentativo di renderlo più educato. La cosa aveva avuto successo e, nel frattempo, Mathieu si era avvicinato alla madre del ragazzo, Violette, raccontandole del talento del figlio ed incitandola un giorno a farlo sviluppare.

Un giorno, mentre Mathieu ha lasciato il collegio assieme ai ragazzi per portarli a giocare all'aperto quando il direttore non c'era, si scatena un incendio. Ad appiccarlo è stato Mondain, uscito dal carcere, per vendicarsi di Rachin. Mathieu viene licenziato per aver lasciato il collegio incustodito e quando se ne va i ragazzi, che sono chiusi in classe, lo salutano lanciandogli dalla finestra degli aeroplanini di carta, sulle note di Cerf volant. Mathieu se ne va commosso.

Il diario è finito perché Mathieu non ha fatto in tempo a scrivere il resto, ma Pepinot racconta a Pierre quello che sa.

Tornando a casa, Pierre ricorda ciò che è successo dopo il licenziamento di Mathieu: quest'ultima ingiustizia spinse il resto degli insegnanti a denunciare Rachin, che fu licenziato a sua volta; Pierre, invece, dopo la partenza di Mathieu, tornò a vivere con sua madre e fu ammesso al conservatorio di Lione, da cui partì la sua carriera musicale; Mathieu continuò a insegnare e comporre fino alla fine della sua vita, mentre Pepinot, all'epoca il più piccolo dei ragazzi del coro e orfano di entrambi i genitori, lasciò l'istituto assieme a Mathieu, coronando il suo sogno. Pepinot, infatti, era convinto che un sabato, giorno in cui Mathieu lo aveva "adottato" e portato via con sé, suo padre sarebbe venuto a prenderlo.

Interpreti e personaggi
Gérard Jugnot: Clément Mathieu
François Berléand: Rachin
Jean-Baptiste Maunier: Pierre Morhange
Jacques Perrin: Pierre (adulto)
Kad Merad: Chabert
Marie Bunel: Violette Morhange
Philippe Du Janerand: Signor Langlois
Jean-Paul Bonnaire: zio Maxence
Grégory Gatignol: Pascal Mondain
Thomas Blumenthal: Corbin
Maxence Perrin: Pépinot
Didier Flamand: Pépinot (adulto)
Théodul Carré-Cassaigne: Leclerc
Erick Desmarestz: Dottor Dervaux
Simon Fargeot: Boniface


Doppiatori italiani
Mino Caprio: Clément Mathieu
Dario Penne: Rachin
Flavio Aquilone: Pierre Morhange
Gino La Monica: Pierre (adulto)
Massimo Rinaldi: Chabert
Tiziana Avarista: Violette Morhange
Paolo Lombardi: Signor Langlois
Dante Biagioni: Maxence
Paolo Vivio: Mondain
Alex Polidori: Pépinot
Nino Prester: Pépinot (adulto)
Jacopo Bonanni: Leclerc
Sandro Iovino: Dottor Dervaux
Simone Notarangelo: Boniface

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