Fight Club è un film che lascia il segno e rappresenta un'implicita prova del talento di David Fincher.
Fight Club è un film del 1999 diretto da David Fincher, basato sull'omonimo romanzo di Chuck Palahniuk.
È stato sceneggiato da Jim Uhls e prodotto da Art Linson e Arnon Milchan.
Il film, che offre una visione altamente critica del consumismo e dell'alienazione dell'uomo moderno, è stato inserito nel 2008 al decimo posto nella classifica Lista dei 500 migliori film della storia secondo Empire.
Trama
Il protagonista è un uomo il cui vero nome non è mai pronunciato. Lavora come consulente nel ramo assicurativo di un'importante casa automobilistica. Si tratta dello stereotipo dello yuppie frustrato dalla vita moderna: schiavo del consumismo, depresso, insonne, ansioso e stordito dal jet lag. L'uomo trova un'apparente cura ai suoi problemi solo cominciando a frequentare gruppi d'ascolto per persone affette da mali incurabili; in questo modo incontra anche Marla Singer, una ragazza che come lui finge di avere gravi malattie.
Durante uno dei suoi viaggi di lavoro il protagonista conosce Tyler Durden, un originale ed eccentrico produttore e venditore di saponette. Quello stesso giorno, tornato dal lavoro, il protagonista scopre che la propria abitazione è andata distrutta in un'esplosione causata da una perdita di gas propagatasi all'interno di essa; disperato e affidandosi al caso, telefona a Tyler e decide di incontrarlo nuovamente. Dopo aver passato la serata in un locale, decidono di picchiarsi e in seguito Tyler lo porta nella propria fatiscente abitazione. Tra i due nascerà un affiatato quanto bizzarro rapporto.
Nelle settimane successive, il protagonista viene coinvolto da Tyler nella creazione del Fight Club, un circolo segreto i cui appartenenti prendono parte a violenti combattimenti tra loro. I due, entrati in simbiosi, radunano nuovi e numerosi adepti; in breve tempo, quello che era un circolo di combattimenti clandestini si trasforma in un ritrovo per uomini alienati e insoddisfatti, pronti a combattere fino alla morte pur di rovesciare ciò che considerano il loro nemico giurato, la società in cui vivono e che trova la sua massima espressione nell'American way of life. Tale indirizzo culmina nella creazione di un gruppo sovversivo e nel concepimento del "Progetto Mayhem" di stampo eco-terrorista e Anarco-primitivista.
Il protagonista, nel frattempo, parte alla ricerca di Tyler, temporaneamente scomparso, e di una risposta quantomeno plausibile a quanto sta accadendo. In ogni città in cui scende, continua ad avere una fortissima impressione di deja vu. Una notte, improvvisamente Tyler si materializza nella camera d'albergo in cui alloggia, e gli rivela che "Tyler Durden" non esiste: è solo un'invenzione del protagonista, che è dunque l'unico responsabile dei danni causati dal Progetto Mayhem. Attraverso un flashback, il protagonista rivede il primo combattimento con Tyler e si rende conto che allora si era picchiato da solo. È stato lui, quindi, a creare il Fight Club.
Spaventato dalle conseguenze estreme dall'attuazione del Progetto Mayhem, il protagonista denuncia alla polizia di essere il capo dei numerosi circoli legati alle lotte clandestine e di avere intenzione di far esplodere i più importanti istituti di credito della città, al fine di ristabilire la parità tra le persone e di creare caos. Nel finale, dopo una colluttazione con il suo alter ego, il protagonista si spara in bocca per stroncare la vita di entrambi, ma la ferita non è mortale. Raggiunto da Marla, che nel frattempo è stata trascinata nel palazzo da alcuni appartenenti al club, assiste al crollo dei dodici istituti di credito in cui erano state piazzate le bombe.
Interpreti e personaggi.
Edward Norton: Narratore
Brad Pitt: Tyler Durden
Helena Bonham Carter: Marla Singer
Jared Leto: Faccia d'Angelo
Meat Loaf: Robert "Bob" Paulson
Zach Grenier: Richard Chesler
David Andrews: Thomas
Rachel Singer: Chloe
Tim De Zarn: ispettore Bird
Ezra Buzzington: ispettore Dent
David Lee Smith: Walter
Eion Bailey: Ricky
Evan Mirand: Steph
Thom Gossom Jr.: detective Stern
Peter Iacangelo: Lou
Joon B. Kim: Raymond K. Hessel
Michael Shamus Wiles: Barista
Doppiatori italiani.
Massimo De Ambrosis: Narratore
Sandro Acerbo: Tyler Durden
Micaela Esdra: Marla Singer
Simone Mori: Robert "Bob" Paulson
Fabrizio Manfredi: Faccia d'Angelo
Angelo Nicotra: Richard Chesler
Tiziana Avarista: Chloe
Sergio Di Stefano: ispettore Bird
Dario Penne: ispettore Dent
Roberto Gammino: Ricky
Renato Mori: detective Stern
Nino Prester: Lou
Vittorio Stagni: Raymond K. Hessel
Trovato questo articolo interessante? Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter, sulla tua bacheca su Facebook o semplicemente premi "+1" per suggerire questo risultato nelle ricerche in Google, Linkedin, Instagram o Pinterest. Diffondere contenuti che trovi rilevanti aiuta questo blog a crescere. Grazie! CONDIVIDI SU!
0 commenti:
Posta un commento