Home » , » Sulla mia pelle è un film dove c'è l'equilibrio e il pudore di chi voleva raccontare una storia terribile.

Sulla mia pelle è un film del 2018, diretto da Alessio Cremonini. Il film è stato selezionato come film d'apertura della sezione "...

Sulla mia pelle è un film del 2018, diretto da Alessio Cremonini.

Il film è stato selezionato come film d'apertura della sezione "Orizzonti" alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Racconta l'ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, interpretato da Alessandro Borghi.

Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148. Al 31 dicembre dello stesso anno, la cifra raggiungerà l’incredibile quota di 176: in due mesi trenta morti in più. Nei sette giorni che vanno dall'arresto alla morte, Stefano Cucchi viene a contatto con 140 persone fra carabinieri, giudici, agenti di polizia penitenziaria, medici, infermieri e in pochi, pochissimi, hanno intuito il dramma che stava vivendo. È la potenza di queste cifre, il totale dei morti in carcere e quello del personale incontrato da Stefano durante la detenzione che hanno spinto il regista del film, Alessio Cremonini, a raccontare la sua storia: sono numeri che fanno impressione, perché quei numeri sono persone. Come dichiarato dallo stesso regista, Sulla mia pelle nasce dal desiderio di strappare Stefano alla drammatica fissità delle terribili foto che tutti noi conosciamo, quelle che lo ritraggono morto sul lettino autoptico, e ridargli vita.

Trama
Il giovane geometra romano Stefano Cucchi, una sera di ottobre del 2009 è in macchina con un amico mentre fumano una sigaretta. Dietro di loro si ferma una macchina, si sentono le porte chiudersi e due agenti bussano al finestrino intimando ai giovani di scendere. I due ragazzi vengono perquisiti e Stefano viene trovato in possesso di varie confezioni di hashish, cocaina e una pasticca di un medicinale per l'epilessia, di cui soffre sin da ragazzo, ragion per cui viene arrestato e portato alla stazione dei Carabinieri, dove viene interrogato dal comandante.

Poco dopo l'interrogatorio viene accompagnato a casa dei genitori per perquisire la sua stanza e riportato immediatamente in caserma, dove viene messo in custodia cautelare. Durante tutta la vicenda i rapporti tra Cucchi e le forze dell'ordine sono di assoluta negazione di lui e di accuse verbalmente aggressive da parte loro. In caserma, però, viene portato dai tre agenti in una stanza a forza. Riportato in caserma per fargli firmare i verbali delle perquisizioni e del test farmacologico, Stefano presenta visibili ematomi al volto. Rifiutatosi di firmare le carte, viene portato al Tor Sapienza.

Durante la notte si sente male e, chiamata la guardia gli dice di aver freddo, di sentirsi male e di aver bisogno delle sue pillole per l'epilessia; questo lo fa visitare (nonostante il rifiuto di Cucchi di farsi vedere da un dottore). Arrivato il 118, Stefano rifiuta le cure e di farsi vedere scacciando via i soccorritori nonostante l'insistente aiuto prestatogli. La mattina seguente viene svegliato per essere portato in tribunale ed uno dei secondini nota gli evidenti ematomi al volto che Stefano giustifica affermando che alcuni suoi amici lo avevano fatto cadere dalle scale. Gli viene comunicato che sarebbe stato portato prima in ospedale ma Stefano insiste nell'essere portato direttamente in tribunale.

Durante il processo fa fatica a parlare ma non dice nulla riguardo alle sue condizioni, nemmeno al padre preoccupato. Nonostante le richieste di Stefano di avere il suo avvocato, gli viene affidato uno di ufficio. Il giudice stabilisce che deve rimanere in custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli, preso in custodia, viene visitato in ospedale e sono messe a referto lesioni, fratture ed ematomi diffusi su tutto il corpo. Arrivato in carcere, durante la registrazione del suo ingresso, denuncia di essere stato pestato dai carabinieri. Questi lo fanno visitare dal medico interno che lo manda in ospedale a fare delle lastre e rifiutatosi di dirgli il vero motivo di quei lividi, viene esortato di dire ai medici la verità. In ospedale gli vengono fatte delle lastre e viene rimandato in carcere. La mattina seguente viene riportato di urgenza in ospedale con le sue condizioni peggiorate e più marcati lividi al volto.

Portato in un ospedale carcerario gli viene messo il catetere e non riesce a mangiare a causa dei dolori, le sue condizioni continuano a peggiorare. Nonostante gli sforzi, i genitori e la sorella non riescono a vederlo, lui rifiuta le cure pur di poter vedere il suo avvocato che non verrà mai. Il 22 ottobre, all'arrivo di un infermiere per un prelievo, viene trovato morto ed ogni tentativo di rianimazione risulta vano. Le prime informazioni arrivate ai genitori sono riguardanti una richiesta di esecuzione dell'autopsia. Riusciti finalmente, dopo varie insistenze, di vedere Stefano almeno da morto, all'obitorio si rendono conto delle reali condizioni. Nel finale della tragedia, vengono mostrate le riprese reali della sorella in protesta con una gigantografia del volto tumefatto del fratello, la didascalia del processo e, nei titoli di coda, la registrazione dell'interrogatorio di Stefano in tribunale.

Promozione
Il 26 luglio 2018, in concomitanza con l'annuncio della partecipazione al Festival di Venezia, è stato diffuso il primo teaser trailer del film. Il 29 agosto è stato diffuso il primo trailer.

Distribuzione
Il film è stato presentato in anteprima il 29 agosto 2018 nella sezione "Orizzonti" della 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove è stato il film d'apertura. A fine proiezione, il film ha ricevuto sette minuti di applausi, da spettatori visibilmente emozionati.

È stato distribuito contemporaneamente nelle sale cinematografiche italiane da Lucky Red e attraverso il servizio di streaming Netflix a partire dal 12 settembre 2018. Con una media di 30.000 spettatori nella prima settimana di uscita nelle sale, i dati sugli incassi sono stati penalizzati dalle proiezioni gratuite organizzate dai centri sociali e dai collettivi studenteschi nelle piazze di tutta Italia.

Critica
La pellicola, a metà tra film di denuncia e un racconto dettagliato e meticoloso del contesto famigliare, rappresenta il dolore e la solitudine di Stefano Cucchi in un modo rispettoso ed empatico, ma privo di scene violente.

Sulla mia pelle è stato accolto da una standing ovation al Bobbio Film Festival del 2019 e per la prima volta è stato presentato in un penitenziario, il Coroneo di Trieste, città nella quale avvenne anche il sacrificio di Riccardo Rasman.

Secondo il critico Gianni Canova, in un film privo di contenuto cristologico, Borghi «cuce Cucchi sulla sua pelle. Se lo tatua addosso. Si taglia i capelli come li portava lui. [..] Ci fa vedere sul suo corpo, come poche altre volte abbiamo visto al cinema, il mistero irresolubile del vivere e del morire».
Per entrare nella parte del protagonista, l'attore è riuscito a perdere una ventina di chili in poche settimane.
Interpreti e personaggi
Alessandro Borghi: Stefano Cucchi
Max Tortora: Giovanni Cucchi
Jasmine Trinca: Ilaria Cucchi
Milvia Marigliano: Rita Calore
Andrea Lattanzi: Emanuele Mancini
Tiziano Floreani: Luca
Orlando Cinque: Roberto Mandolini
Mauro Conte: Francesco Tedesco
Paolo D Bovani: Raffaele D'Alessandro
Andrea Ottavi: Alessio Di Bernardo
Walter Nestola: Gabriele Aristodemo
Davide Petrucci: Gaetano Bazzicalupo
Stefano Miglio: Gianluca Colicchio
Alessio De Persio: Francesco Ponzo
Massimiliano Frateschi: Pietro Schirone
Roberta Sferzi: Maria Inzitari
Gaetano Aronica: Emanuele Di Salvo
Marco Giuliani: Giorgio Domenico Rocca
Aleksandros Memetaj: Levanaj
Alessandro Forcinelli: Luigi Lainà
Marco Belocchi: Giovanni Battista Ferri
Maurizio Pepe: Antonio La Rosa
Federico Tocci: Bruno Mastrogiacomo
Pietro Faiella: Gianluca Piccirillo
Bernardo Casertano: Domenico Lo Bianco
Dora Romano: Stefania Corbi
Elodie Treccani: Rosita Capponnetti
Francesca Tomassoni: Silvia Porcelli
Emiliano Capogna: Marco

fonte; https://it.wikipedia.org/wiki/Sulla_mia_pelle_(film_2018)

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