Trucchi, metodi e consigli per scrivere un libro.
Posted by Fausto Baccino
Posted on giovedì, agosto 30, 2012
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Carl Zimmer è un divulgatore scientifico piuttosto noto negli Usa. Ecco cosa suggerisce:
1. Fate più ricerca possibile lontano da Internet - con gente reale, in luoghi reali.
2. Preparatevi a dover schematizzare una grossa mole di dati. Usate un muro, o un software come Scrivener.
3. Siate pronti ad amputare interi capitoli. Sarà doloroso.
Cory Doctorow, giornalista, scrittore, attivista digitale, mente di BoingBoing, è anche un autore affermato. Ecco il suo quintetto di consigli
1. Scrivete tutti i giorni. Ogni cosa che fate ogni giorno diventa sempre più facile. Se siete sempre tremendamente impegnati, imponetevi una mole piccola di lavoro (100 parole? 250 parole?) ma scrivete ogni giorno.
2. Scrivete anche quando non vi sentite dell’umore giusto. Non siete in grado di capire se state scrivendo qualcosa di buono o di pessimo mentre lo state scrivendo.
3. Scrivete anche quando vi sembra che il libro faccia schifo e non stia andando da nessuna parte. Dovete solo continuare a scrivere. Non fa schifo. C’è un conflitto tra la vostra parte conscia, che va nel panico, dato che il vostro subconscio ha preso in mano la situazione: e sa cosa fare.
5. Scrivete anche se c’è confusione intorno a voi. Non avete bisogno di sigarette, silenzio, musica, una sedia comoda, o un posto tranquillo. Avete solo bisogno di dieci minuti e di uno strumento di scrittura.
Ben Casnocha invece è uno scrittore con gli occhi bene aperti sull’imprenditoria e sul web. Ma i suoi tre veloci consigli sono molto utili a chi passa tempo anche sulla rete, oltre che su Word…
1. Quelle merdose prime bozze. Ehi, l’ha scritto Anne Lamott*, non io! Ma con i libri, sembra più che siano “le prime venti merdose bozze”. Così merdose, così a lungo.
2. Trovate una soluzione per non distrarvi con internet. Io uso un’applicazione che si chiama Self Control sul mio Mac.
3. Fatevi un piano molto, molto, molto accurato per gestire le distrazioni che arriveranno da internet.
Peter Conners è uno scrittore e giornalista statunitense: ha scritto di controcultura, per esempio in Growing Up Dead: The Hallucinated Confessions of a Teenage Deadhead and White Hand Society, e in The Psychedelic Partnership of Timothy Leary & Allen Ginsberg.
1. Quando sto scrivendo un libro leggo solo libri che mi siano utili alla narrazione. Se non mi servono - e non mi importa quanto mi piacerebbe leggerli - non li leggo. Credo che molti darebbero il consiglio opposto (fate una pausa e leggete qualcosa che non c’entra niente, ecc) ma non io. Questo è il vostro momento per essere totalmente ossessionati. Andate avanti: crogiolatevi nella follia.
2. Non-fiction non dovrebbe equivalere a scritto in maniera povera. Scrivere è scrivere, è l’aspetto artistico conta sempre. Rendete piacevole da leggere il vostro libro, e sarà più probabile che riusciate a comunicare al lettore il vostro messaggio.
3. Evitate di fissarvi sugli aspetti promozionali dei social media. Condividete semplicemente la vostra passione per la materia che state affrontando e filtrando durante il processo di scrittura. L’aspetto promozionale a quel punto sarà un’estensione organica della vostra passione.
John Schwartz è un giornalista, e ha scritto Walking Tall When You’re Not Tall at All ed è più sintetico. Racconta di quella volta che Nancy Cooper di Newsweek gli disse…
1. Consiglio da una redattrice di Newsweek con la quale lavorai sul finire degli anni ottanta, Nancy Cooper. Aveva circa la mia età, ma era molto più intelligente, sveglia, mondana e sofisticata. Io ero preoccupato di dover scrivere il pezzo che apriva la sezione “Interni”. Mi mandò un biglietto con scritto: “Devi solo metterti a lavorare e lavorare finché hai finito. È tutto qui: niente misteri”.
Jonah Lehrer ha scritto How We Decide e Proust Was a Neuroscientist. Sintetico anche lui…
1. Il mio consiglio è che insistiate col vostro editor affinché sia brutale - ci devono essere correzioni in penna rossa su ogni pagina. Nella mia esperienza, è in questa fase che un libro diventa decente (…) è un processo davvero fondamentale, e spesso molti editor ci vanno troppo leggeri (o sono troppo impegnati) e troppi autori sono riluttanti ad accettare le loro correzioni. Un buon editor è una gran cosa.
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