L'ora del lupo di Ingmar Bergman, quando il sonno della ragione genera mostri.
L'ora del lupo (Vargtimmen) è un film del 1968 diretto da Ingmar Bergman.
L'ora del lupo nasce da un manoscritto a cui Bergman ha lavorato per diverso tempo, intitolato I mangiatori d'uomini, titolo riferito alle persone che il protagonista Johan vede nella sua mente e che, metaforicamente, lo stanno divorando.
L'ora del lupo, come spiega lo stesso Johan, è quell'ora tra la notte e l'alba in cui tanta gente muore e nasce, in cui il sonno è più profondo e gli incubi più vividi. Infatti le immagini del film sono particolarmente crude e violente, in un bianco e nero a volte bruciato per esaltare l'ambiguità.
Johan non riesce a vivere nel mondo reale, ma non può neanche rifugiarsi nel suo mondo immaginario perché questo è popolato di inquietanti presenze, che lo feriscono e lo "divorano".
Girato a Hovs Hallar, nella riserva naturale di Skåneleden, in Svezia, le ambientazioni del film ricordano molto l'isola di Fårö, dove il regista vive e si "rifugia" dal mondo, lasciando quindi trapelare molti elementi autobiografici in quest'opera.
Durante il film, poi, Bergman cita Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart, opera molto amata dal regista, che ne diresse anche una trasposizione cinematografica.
Il film, uscito il 19 febbraio 1968 in Svezia, in America vince il National Board of Review per la migliore attrice, e il National Society of Film Critics Award per il miglior regista.
Premi.
National Board of Review Awards 1968: miglior attrice (Liv Ullmann)
« Lei vede ciò che vuole vedere. »
(Lindhorst)
L'ora del lupo (Vargtimmen) è un film del 1968 diretto da Ingmar Bergman.
Johan, pittore di grande fama, vive con la moglie Alma isolato dal mondo: questo perché il suo mondo immaginario sta diventando sempre di più una patologia, tanto da non fargli più capire quale sia la realtà e quale l'immaginazione. La moglie cerca di aiutarlo, ma dovrà anche stare attenta a non rimanere lei stessa vittima dell'oscuro mondo privato del marito.
Nella prima parte del film vediamo il protagonista raccontare alla moglie le proprie ossessioni, mentre le mostra gli schizzi raffiguranti una serie di personaggi bizzarri che popolano i suoi incubi... I due sono poi invitati ad una festa nel castello del barone Von Merkens padrone dell'isola ed a cena la moglie scopre che gli altri invitati sono esattamente gli stessi bizzarri ed inquietanti personaggi che le ha mostrato il marito e quel castello non è altro che l'inconscio di Johan, in cui anch'essa si trova adesso a vagare. Sono maschere, non individui, fantasmi, non persone...
Vediamo poi l'amante del pittore e ci assale il dubbio se essa esista veramente o no, se sia un ricordo del passato, oppure una delle tante oscure presenze dell'inconscio del protagonista. Così assaliti da questi dubbi, da questo senso di incomprensione e straniamento arriviamo velocemente alla seconda parte della pellicola. Solo a questo punto, dopo quasi metà film compare il titolo: l'Ora del lupo. E siamo così proiettati nella camera da letto dei due protagonisti, in mezzo al buio completo smorzato soltanto dalla luce di un fiammifero.
Interpreti e personaggi.
Max von Sydow: Johan Borg, pittore
Liv Ullmann: Alma Borg, moglie del pittore
Erland Josephson: Barone von Merkens
Ingrid Thulin: Veronica Vogler
Georg Rydeberg: signor Lindhorst, archivista
Gertrud Fridh: Baronessa Corinne von Merkens
Ulf Johanson: signor Heerbrand, terapista
Gudrun Brost: Contessa von Merkens
Naima Wifstrund: anziana nobildonna col cappello
Bertil Anderberg: Ernest von Merkens
Folke Sundquist: ragazzino dell'incubo sulla scogliera
Mikael Rundqvist: Tamino ne «Il flauto magico» di Mozart
Agda Helin: cameriera di casa von Merkens
Doppiatori italiani.
Vittoria Febbi: Alma
Rita Savagnone: Veronica Vogler
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