Abel - Il figlio del vento è un film che integra alla perfezione immagini documentaristiche e vicenda narrata.
Abel - Il figlio del vento (Wie Brüder im Wind) è un film del 2015 diretto da Gerardo Olivares e Otmar Penker, con Jean Reno e Tobias Moretti.
È la storia di un incontro: un ragazzino, affettivamente lontano dal padre per un doloroso evento, protetto silenziosamente da un anziano guardaboschi, trova un aquilotto cacciato dal nido dal fratello. Lo raccoglie, lo cura e lo accudisce. Tra i due nasce un rapporto che permetterà a entrambi di trovare la strada giusta. Solita storia (esilina) di formazione con personaggi poco definiti, pochi eventi pretestuosi. Più interessante invece l'elemento documentaristico con spettacolari riprese aeree, anche in soggettiva dell'aquila: i 2 autori - già cimentatisi in diversi documentari naturalistici - hanno spiegato mezzi e tecnologie complesse (incluse camerine montate sui volatili), con la collaborazione di falconieri esperti, elicotteri e velivoli ultra leggeri, fra le Alpi austriache e il Sud Tirolo, il Parco Nazionale Alti Tauri e le Dolomiti
Trama
Il piccolo orfano Lukas trova un aquilotto caduto dal nido e lo aiuta a sopravvivere e crescere.
La felicità di una famiglia di aquile è totale quando il loro piccolo, dopo aver lottato con tutte le sue forze, riesce a uscire dall’uovo. Mamma aquila accoglie il piccolo con calore, ma il fratello primogenito vede il nuovo nato come un avversario. I genitori vanno a procacciare del cibo per tutta la famiglia ma, nonostante le aquile siano i maggiori predatori del cielo, devono fare attenzione a un grande pericolo: l’uomo. Dopo la morte del rapace capofamiglia, a seguito di una battaglia per il controllo del territorio con un altro esemplare maschio, i due aquilotti si trovano a lottare tra di loro per il cibo e per la loro sopravvivenza. La legge della natura vuole che sia il più forte a sopravvivere e ad avere la meglio sul più debole. Così, mentre la madre è a caccia, l’aquilotto primogenito spinge il secondo nato fuori dal nido. L’aquilotto precipita giù dal nido e si trova a passare una notte da incubo circondato dalle creature sconosciute che abitano il bosco. Grazie all’innato istinto di sopravvivenza e alla sua tenacia, l’aquilotto riesce a superare la notte e l’indomani viene ritrovato dal dodicenne Lukas. Il ragazzinoprende a cuore il piccolo aquilotto tanto che, vedendolo debole e bisognoso di cure, decide di portarlo via e prendersi cura di lui. Lukas non può portare a casa l’aquilotto - dato che suo padre è un cacciatore – e decide quindi di sistemare l’aquilotto in un rifugio segreto, una casetta situata in cima alla collina e rimasta disabitata in seguito a un incendio. E’ in questo luogo che Lukas protegge dai pericoli l’aquilotto e se ne prende amorevolmente cura. Decide di chiamarlo Abel: in breve tempo tra i due si instaura un profondo rapporto di amicizia. Lukas realizza fin dal primo giorno che non sarà facile proteggere Abel e che, prima di riportarlo nel luogo da cui proviene, dovrà insegnargli – con l’aiuto del guardaboschi Danzer – a procurarsi del cibo e a volare. Il bambino inizia allora a sfamare l’aquilotto e a mostrargli le varie tecniche per incoraggiarlo a spiccare il volo e andare alla scoperta del mondo. Dopo alcuni tentativi, l’aquilotto dispiega le ali e finalmente spicca il volo per la prima volta.
Lukas nel frattempo continua a vivere con il padre in una piccola casa isolata in mezzo alle montagne. Da quando è venuta a mancare la madre, il bambino vive un rapporto molto difficile con lui, il quale a stento gli rivolge la parola. L’unico ricordo che Lukas ha della madre è rappresentato da un braccialetto che il bambino custodisce gelosamente e porta sempre con sé. A causa dell’atteggiamento distaccato che il padre mostra nei suoi confronti, Lukas preferisce passare il proprio tempo con il piccolo rapace e conil guardaboschi Danzer, il quale è consapevole dell’infelice vita famigliare di Lukas e decide, per questo, di non rivelare il segreto del piccolo al padre. Per Lukas arriva il tempo di riportare Abel nella natura da cui proviene e di lasciarlo libero, anche per evitare che il padre possa scoprirlo e ucciderlo. Sarà molto delicato e difficile per il bambino il distacco da una creatura che ha tanto amato.
Successivamente, assistiamo alle avventure di Abel mentre cerca di sopravvivere al duro inverno delle Alpi, ancora più difficile viste le sue lacune in fatto di caccia. Un bel giorno Abel, quasi per caso, ritorna nel luogo in cui è nato e incontra il fratello. Si ripropone così la lotta per la supremazia tra i due, ma questa volta è Abel a uscirne vincitore e gli viene concesso di restare al nido. Nel mentre, nella casa utilizzata come rifugio, irrompe furioso Keller, il papà di Lukas, e scopre che il figlio continua di nascosto a frequentare quel luogo. Quello, scopriamo essere la dimora in cui Lukas abitava da piccolo con la famiglia prima del tragico incendioche portò via la madre di Lukas. Nella mente di Keller riaffiorano prepotenti i ricordi della moglie: non riesce a trattenersi dall’accusare Lukas di essere stato la causa della morte della donna che se non fosse rientrata nella casa avvolta dalle fiamme per salvare il piccolo Lukas, sarebbe ancora viva.
Lukas scappa a rifugiarsi tra le montagne, ma nel mentre incombe una tempesta. Una strana forza spinge Lukas nel luogo in cui ha trovato tempo prima l’aquilotto Abel. Volge lo sguardo in alto e vede un nido con un’aquila al suo interno. Lukas è sicuro che si tratti di Abel e non riesce a contenere la gioia, ma in quel momento un fulmine si abbatte sulla montagna colpendo delle rocce, le quali franano colpendo il nido e l’aquila al suo interno.A pochi secondi di distanza un altro fulmine colpisce le rocce che si trovano in prossimità di Lukas, scagliando il bambino a terra. Prima di perdere i sensi, Lukas vede l’ombra di un’aquila volare sopra di lui. La prima parola che Lukas pronuncia al suo risveglio è “Abel”, poiché è convinto che l’aquila lo abbia salvato. In realtà accanto a lui ritroviamo Keller che, pieno di rimorso, chiede finalmente perdono al figlio.
Produzione
Il film è stato girato nel corso del 2015 nel Parco nazionale Alti Tauri, in Austria, più precisamente tra il Defereggen e la Valle Aurina, numerose scene sono state girate nelle Dolomiti d'Ampezzo, con tecniche sviluppate apposta per adattarsi alle aquile.
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