Home » , , » Nanchino (Le Notti di Tokyo) , l’olocausto dimenticato durante l’occupazione delle truppe giapponesi in Cina.

Quale legame esiste tra la storia di Grey, vent'anni e già custode di un terribile segreto, e le atrocità commesse nel 1937 dall'es...

Mo Hayder NottiTokyogQuale legame esiste tra la storia di Grey, vent'anni e già custode di un terribile segreto, e le atrocità commesse nel 1937 dall'esercito giapponese a Nanchino? 

Sulle tracce di un testimone sopravvissuto a una tragedia che i libri di storia cercano di nascondere, Grey arriva a Tokio, seguendo una pista che la porta a lavorare come hostess nei locali del vizio frequentati dalla malavita. 

E qui, tra gangster potentissimi, personaggi ambigui - mostruosi nell'aspetto quanto nell'animo - la giovane donna arriva al cuore del "suo" mistero mettendosi in gioco e confrontandosi con riti e realtà che non aveva neppure immaginato.
Nanking_bodies_1937

A volte è necessario fare molta strada se si vuole provare qualcosa, anche solo a se stessi. Una strada che Grey percorre già da nove anni, sette mesi e diciotto giorni ed è destinata a diventare molto più ardua e rischiosa di quanto lei possa immaginare, perchè da Londra la porta ad attraversare i continenti e il tempo sulle tracce di Shi Chongming, un anziano professore cinese ora in visita preso un noto ateneo di Tokyo. 

Sopravvissuto al massacro di Nanchino del 1937, durante l’occupazione delle truppe giapponesi, Chongming è l’unico che possa aiutarla: possiede infatti un filmato inedito che testimonierebbe le atrocità commesse dai soldati, e in particolare un dettaglio efferato di cui Grey deve ad ogni costo scoprire la veridicità. 

Ne va della sua salute mentale e del suo stesso futuro, poichè quel dettaglio è in grado di svelare l’enigma delle inquietanti cicatrici che lei stessa porta sul ventre. Di fronte alla reticenza del professore però, che rifiuta persino di ammettere l’esistenza della pellicola, Grey si ritrova sola e disperata in una città del tutto estranea, e finisce così a lavorare in un night club gestito da un’improbabile sosia nipponica di Marilyn Monroe.
Nanjing_1937_self-organized_burial_team
Ma il cammino di Grey e Chingming è destinato a legarsi inestricabilmente, poichè solo unendo le forze potranno riscattare la loro esistenza: e cardine di quest’alleanza difficile quanto inevitabile è un personaggio temuto e crudele, il capo di una delle famiglie più potenti della Yakuza. Un uomo circondato da un ventaglio di storie raccapriccianti sulla misteriosa medicina che lo mantiene in vita nonostante l’età e la salute cagionevole, e che a volte frequenta i più prestigiosi club di entrateneuse della scintillante metropoli giapponese. La città nelle cui viscere si cela il segreto oscuro che Grey deve scoprire per accedere alla verità e, forse, per liberarsi del passato. Sempre che sia disposta ad andare fino in fondo.
Nel suo terzo romanzo, Le notti di Tokyo, Mo Hayder si allontana dal genere poliziesco sperimentando nuove soluzioni narrative. La scrittrice inglese si congeda dalla figura del detective Jack Caffery, protagonista di Birdman e del Trattamento, per raccontare una vicenda di sangue e violenza che ha salde origini nella Storia. Nanchino, 1937: le truppe giapponesi invadono l'antica capitale cinese, sottoponendo i civili - tra cui donne e bambini - a stupri, torture ed esecuzioni di massa. Tokyo, 1990: Grey, una giovane studentessa affetta da disturbi psichici, giunge in Giappone con la speranza di rintracciare Shi Chongming, uno stimato professore cinese sopravvissuto per miracolo al massacro di Nanchino. Scoprire la verità su quell'episodio è per Grey un'ossessione, una ragione di vita, un'esigenza irrinunciabile perché dalla corretta ricostruzione dei fatti dipenderà la sua salute mentale e gran parte del suo futuro. Abbiamo rivolto all'autrice alcune domande.


D. Le notti di Tokyo è un romanzo molto diverso dai precedenti. Anche se le atmosfere e i temi sono quelli classici del thriller, il libro è costruito in gran parte attorno a un tragico evento storico risalente agli anni Trenta. Com' è nata l'idea?


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R. Amo il thriller e non desidero allontanarmi troppo da quell'ambito, ma questo non significa rinunciare a priori a imboccare altre vie, soprattutto se confinano con il territorio che conosco meglio. È un modo per rinverdire la mia scrittura ed evitare di rimanere intrappolata nelle convenzioni del genere. Non c'è nulla di nuovo nell'utilizzare materiale storico per un thriller; la vera novità credo che risieda nel mio modo di scrivere: la voce narrante è profondamente diversa dai primi due libri. Per quanto riguarda l'idea ispiratrice, ho saputo che avrei scritto di Tokyo fin dal primo momento in cui misi piede nella città. Tokyo ha esercitato subito un fascino irresistibile su di me. Quanto al massacro di Nanchino, devo dire che è sempre stato un argomento di grande interesse. Quando ero ancora una ragazzina vidi una foto che ritraeva un soldato giapponese nell'atto di decapitare un civile a Nanchino. L'immagine destò in me sensazioni fortissime e rimasi molto colpita quando i miei amici giapponesi mi dissero di non aver mai sentito parlare del cosiddetto ”Stupro di Nanchino“. Così, proprio come fa Grey nel libro, cominciai a chiedermi se mi fossi immaginata tutto. Intendiamoci: non c'era alcuna volontà di censura da parte dei miei amici, più semplicemente non erano a conoscenza di quanto era successo, perché fino a poco tempo fa l'invasione di Nanchino non faceva neppure parte dei programmi scolastici.


D. Immagino che questo alone di segretezza e la diffusa ignoranza abbiano contribuito ad alimentare la sua curiosità.


R. Certamente. È stata una molla importante che mi ha spinto a documentarmi. Mi sembrava incredibile che moltissimi giapponesi fossero all'oscuro di una simile tragedia. Quando cominciai a scoprire la verità e a rendermi conto che oltre 300.000 persone erano morte in circostanze terribili, e che migliaia di donne erano state stuprate, sentii crescere dentro di me l'impulso irrefrenabile di scriverci un libro. Non appena riuscii a stabilire le giuste connessioni tra quel massacro e la Tokyo dei nostri giorni - soprattutto i legami tra l'esercito e le famiglie mafiose della ”Yakuza“ - prese forma nella mia mente l'idea di collegare l'esperienza di una giovane entraînause straniera con la storia di un professore cinese vissuto a Nanchino negli anni incriminati.


Nanking_masacre 
D. La giovane entraînause Grey e Shi Chongming sono i protagonisti del romanzo. Vuole presentarci questi due personaggi?


R. Shi Chongming è un anziano professore universitario in visita alla Todai, prestigioso ateneo di Tokyo, mentre Grey è una giovane donna inglese che si reca in Giappone con l'obiettivo di mettere le mani su un filmato inedito, che testimonierebbe le atrocità perpetrate dai soldati giapponesi a Nanchino. A prima vista i due sembrano appartenere a mondi distinti, ma non appena Grey e Shi Chongming scavano nel proprio passato e cercano di venire a patti con esso, scoprono di avere in comune molte più cose di quanto potessero immaginare.
D. Un romanzo come Le notti di Tokyo presuppone necessariamente un lungo lavoro di documentazione. In che modo ha organizzato le sue ricerche?


R. Il libro oscilla tra presente e passato, tra la Cina degli anni Trenta e il Giappone degli anni Novanta. Per la ricostruzione del Giappone di oggi è stata molto preziosa l'esperienza che ho maturato a Tokyo, dove ho lavorato qualche tempo in un bar circa una ventina di anni fa. Ho deciso comunque di ritornarci nel 2002 sia per rinfrescarmi la memoria, sia per rendermi conto dei cambiamenti sopraggiunti nei club di entraînause in seguito all'omicidio di Lucie Blackman, una ragazza inglese uccisa dal cliente di un locale. Mi sono adoperata con ogni mezzo per rintracciare il posto in cui Lucie aveva lavorato, ma non è stato affatto semplice perché il club aveva nel frattempo cambiato nome. Mi sono sottoposta a una dura scarpinata - chi conosce il quartiere di Roppongi potrà facilmente capire che cosa voglio dire - ma ne è valsa la pena perché la mia fatica è stata premiata. Le informazioni raccolte da ragazze e clienti del locale, alcuni dei quali si ricordavano sia di Lucie che del suo assassino, mi sono servite per tratteggiare in modo realistico l'attività di Grey al night club. Quanto alle parti storiche, ho visitato Nanchino e ho anche avuto la fortuna di imbattermi, sul treno che ho preso a Shanghai, in un ex combattente giapponese che aveva preso parte all'invasione della Cina, e smaniava dal desiderio di espiare le colpe di cui si era macchiato il suo esercito. Una singolare coincidenza e un incontro propizio perché mi ha suggerito ulteriori spunti per il romanzo.


D. Gli studiosi non hanno ancora raggiunto un accordo sull'esatta entità della strage e sulle motivazioni che hanno indotto i soldati giapponesi a una così feroce condotta. Quali ostacoli ha dovuto superare per poter affrontare un soggetto storico così controverso?


R. Indagare attorno al massacro di Nanchino comporta terribili difficoltà, soprattutto perché ci sono stati diversi tentativi di insabbiare la verità. Per il mio libro ho fatto pieno affidamento sulle opere di due scrittori, Iris Chang e Katsuichi Honda: Chang, autore di Lo stupro di Nanchino, è un cinoamericano, che ha profuso ogni energia nel tentativo di informare l'opinione pubblica americana sui fatti del '37; mentre Honda, con encomiabile coraggio, cerca da ormai trent'anni di diffondere la verità sull'accaduto presso larghi strati della popolazione giapponese. È costretto a vivere nell'anonimato per timore di ritorsioni.


D. Quali sono i suoi attuali progetti?
R. Sto lavorando su un nuovo personaggio, un giornalista di nome Joe Okes, ”Okesy“ per gli amici, che lavora per una rivista specializzata nello smontare e mettere in burla presunti casi soprannaturali. La storia ha inizio quando giunge in redazione un video amatoriale di modesta qualità, che mostra una creatura nuda, metà uomo e metà bestia, aggirarsi sulla spiaggia di una remota isola scozzese. Voci insistenti assicurano che nell'isola si pratichi un culto satanico e che la creatura in questione sia il diavolo. Sarà compito di Okesy smentire quelle affermazioni.



Intervista a cura di Marco Marangon
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