Maniac è un film horror-slasher underground condito di follia e sangue a volontà.
Posted by Fausto Baccino
Posted on mercoledì, novembre 09, 2016
with 2 comments
Maniac è un film horror-slasher del 1980 diretto da William Lustig. È interpretato, scritto e co-prodotto da Joe Spinell, noto per alcuni piccoli ruoli in Rocky e in Il padrino - Parte II.
Nel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ai tempi del boom delle videocassette, era facile confonderlo con altri thriller e horror che, appunto, presentavano lo stesso titolo; dal Maniac dietro cui, in realtà, si nascondeva L'idolo, diretto nel 1971 da Barry Shear, a Maniac - Il virus che uccide di Shuki Levy, datato 1988 e incentrato su uno psicopatico malato di AIDS, fino al mediocre Maniac, concepito da Richard Cassidy nel 1978, ma conosciuto in patria come Crazed.
Per qualsiasi autentico appassionato di horror da schermo che si rispetti, però, il vero Maniac è sempre stato quello che, realizzato nel 1980 dal newyorkese classe 1955 William Lustig, proveniente dal porno e futuro autore della trilogia Maniac cop, vide il compianto Joe Spinell di Rocky e Il padrino - anche produttore esecutivo e sceneggiatore del film - concedere magistralmente anima e corpo al solitario, grasso individuo di mezza età Frank Zito, abitante in uno squallido appartamento della Grande Mela e dedito allo sterminio di donne e coppiette che capitano sulla sua strada.
Un vero e proprio classico del genere che, misteriosamente poco considerato quando vengono stilate le classifiche riguardanti i migliori lungometraggi dell'orrore di sempre, ha provveduto a fornire in maniera altamente realistica il ritratto su celluloide di un serial killer di pura fantasia; tanto da anticipare, senza dubbio, il molto più conosciuto Henry - Pioggia di sangue di John McNaughton che, risalente a sei anni dopo, si propose, però, quale resoconto delle malefatte dell'omicida Henry Lee Lucas, realmente esistito.
Trama.
Su una spiaggia un uomo spia una giovane coppia, che si sveglia in una tenda; quando il ragazzo s'allontana per prendere della legna e accendere il fuoco, la ragazza viene sgozzata dal misterioso uomo. Poco dopo anche il ragazzo fa una brutta fine, venendo strangolato. All'improvviso la scena cambia e ci viene presentato lo stesso assassino che urla, in preda alla paura, nella sua stanza come svegliatosi da un incubo.
Il personaggio in questione è Frank Zito, un uomo di mezza età, solitario, in sovrappeso, che vive in un non specificato quartiere di New York come proprietario di un complesso di appartamenti: casa sua è squallida, piccola e piena d'armi ma, in apparenza, sembra un semplice uomo onesto. Purtroppo questi è, in realtà, un serial killer schizofrenico che di notte gira per i quartieri di New York uccidendo giovani prostitute o giovani coppiette facendo poi lo scalpo alle donne, facendolo indossare ad alcuni manichini dalle sembianze femminili sparsi nella sua abitazione un po' dappertutto. Attraverso essi parla per ore cercando di non sentirsi solo ma anche con se stesso, ai limiti della doppia identità.
Frank, pur volendo, non riesce a smettere e compie omicidi sempre più cruenti: strangola a mani nude una prostituta a cui fa lo scalpo, elimina una coppia appartata in macchina con un fucile a canne mozze e squarta un'infermiera in metropolitana. A un certo punto, però, Frank, mentre cammina a Central Park, nota che una donna l'ha fotografato. Zito, fingendo d'allacciarsi le scarpe, nota sullo zaino della donna, allontanatasi, l'indirizzo di questa. Grazie a quest'informazione, l'uomo arriva a casa della fotografa, la giovane e bella Anna D'Antoni che, inizialmente, vuole uccidere ma poi tra i due c'è una grande sintonia e Frank decide di risparmiarla.
Ferito e pieno di tristezza, Frank si sdraia sul letto ma, incredibilmente, i manichini si tramutano nei cadaveri delle sue vittime che lo colpiscono con le varie armi sparse in casa, fino a staccargli la testa. Il giorno seguente due poliziotti in borghese, probabilmente avvertiti da Anna, si dirigono a casa di Zito. Qui si scopre che quest'ultimo non è stato decapitato ma erano tutte allucinazioni della sua mente malata, in compenso ha una grossa ferita nella pancia procuratosi, probabilmente, da un atto di autolesionismo. I due poliziotti lo credono morto e se ne vanno. Nella scena finale, però, la telecamera si avvicina a Frank che apre gli occhi.
Interpreti e personaggi.
Joe Spinell: Frank Zito
Caroline Munro: Anna D'Antoni
Gail Lawrence: Rita
Kelly Piper: infermiera
Rita Montone: prostituta
Tom Savini: ragazzo in discoteca
Hyla Marrow: ragazza in discoteca
James Brewster: ragazzo sulla spiaggia
Linda Lee Walter: ragazza sulla spiaggia
Tracie Evans: prostituta
Sharon Mitchell: seconda infermiera
Carol Henry: sfaticata
Nelia Bacmeister: Carmen Zito
Louis Jawitz: direttore artistico
Denise Spagnuolo: Denise
Billy Spagnuolo: Billy
Nelio Bocmeister: Carmen Zito, madre di Frank
Frank Pesce: reporter tv
Candace Clements: madre al parco
Diane Spagnuolo: seconda mader al parco
Kim Hudson: prostituta d'albergo
Terry Gagnon: donna nel viale
Joan Baldwin: prima fotomodella
Jeni Paz: seconda fotomodella
Janelle Winston: cameriera
Randy Jorgensen: primo poliziotto
Jimmy Aurichin: secondo poliziotto
Nel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ai tempi del boom delle videocassette, era facile confonderlo con altri thriller e horror che, appunto, presentavano lo stesso titolo; dal Maniac dietro cui, in realtà, si nascondeva L'idolo, diretto nel 1971 da Barry Shear, a Maniac - Il virus che uccide di Shuki Levy, datato 1988 e incentrato su uno psicopatico malato di AIDS, fino al mediocre Maniac, concepito da Richard Cassidy nel 1978, ma conosciuto in patria come Crazed.
Per qualsiasi autentico appassionato di horror da schermo che si rispetti, però, il vero Maniac è sempre stato quello che, realizzato nel 1980 dal newyorkese classe 1955 William Lustig, proveniente dal porno e futuro autore della trilogia Maniac cop, vide il compianto Joe Spinell di Rocky e Il padrino - anche produttore esecutivo e sceneggiatore del film - concedere magistralmente anima e corpo al solitario, grasso individuo di mezza età Frank Zito, abitante in uno squallido appartamento della Grande Mela e dedito allo sterminio di donne e coppiette che capitano sulla sua strada.
Un vero e proprio classico del genere che, misteriosamente poco considerato quando vengono stilate le classifiche riguardanti i migliori lungometraggi dell'orrore di sempre, ha provveduto a fornire in maniera altamente realistica il ritratto su celluloide di un serial killer di pura fantasia; tanto da anticipare, senza dubbio, il molto più conosciuto Henry - Pioggia di sangue di John McNaughton che, risalente a sei anni dopo, si propose, però, quale resoconto delle malefatte dell'omicida Henry Lee Lucas, realmente esistito.
Trama.
Su una spiaggia un uomo spia una giovane coppia, che si sveglia in una tenda; quando il ragazzo s'allontana per prendere della legna e accendere il fuoco, la ragazza viene sgozzata dal misterioso uomo. Poco dopo anche il ragazzo fa una brutta fine, venendo strangolato. All'improvviso la scena cambia e ci viene presentato lo stesso assassino che urla, in preda alla paura, nella sua stanza come svegliatosi da un incubo.
Il personaggio in questione è Frank Zito, un uomo di mezza età, solitario, in sovrappeso, che vive in un non specificato quartiere di New York come proprietario di un complesso di appartamenti: casa sua è squallida, piccola e piena d'armi ma, in apparenza, sembra un semplice uomo onesto. Purtroppo questi è, in realtà, un serial killer schizofrenico che di notte gira per i quartieri di New York uccidendo giovani prostitute o giovani coppiette facendo poi lo scalpo alle donne, facendolo indossare ad alcuni manichini dalle sembianze femminili sparsi nella sua abitazione un po' dappertutto. Attraverso essi parla per ore cercando di non sentirsi solo ma anche con se stesso, ai limiti della doppia identità.
Frank, pur volendo, non riesce a smettere e compie omicidi sempre più cruenti: strangola a mani nude una prostituta a cui fa lo scalpo, elimina una coppia appartata in macchina con un fucile a canne mozze e squarta un'infermiera in metropolitana. A un certo punto, però, Frank, mentre cammina a Central Park, nota che una donna l'ha fotografato. Zito, fingendo d'allacciarsi le scarpe, nota sullo zaino della donna, allontanatasi, l'indirizzo di questa. Grazie a quest'informazione, l'uomo arriva a casa della fotografa, la giovane e bella Anna D'Antoni che, inizialmente, vuole uccidere ma poi tra i due c'è una grande sintonia e Frank decide di risparmiarla.
Leggi anche: Premonizioni e scontri all'insegna del paranormale in Premonitions, secondo film del brasiliano Afonso Poyart.Nei dialoghi tra Frank e Anna si può capire che la madre di lui, Carmen Zito, è morta diversi anni fa per un incidente d'auto. Ciò che lui non le rivela è che la donna lo maltrattava e ne abusava, portandolo a provare un profondo odio nei confronti delle donne in generale, che descrive come "simpatiche illusioni", ma al tempo stesso ha un desiderio morboso di non essere lasciato solo. Inizialmente sembra che Frank sia finalmente riuscito a relazionarsi con qualcuno e sembra davvero che provi qualcosa per Anna, ma i suoi demoni interiori torneranno irrefrenabili e lo porteranno a uccidere una delle modelle di Anna, Rita, per poi portare Anna stessa davanti alla tomba di sua madre dove perde il completo contatto con la realtà. L'uomo cerca di eliminare Anna, ma quest'ultima, dopo un breve inseguimento, lo colpisce al braccio con una pala, ferendolo. Mentre lei scappa, Frank è attirato dalla voce di sua madre che l'incita ad avvicinarsi. Improvvisamente la donna rispunta dalla tomba per trascinare il figlio, ma questi scappa e torna a casa.
Ferito e pieno di tristezza, Frank si sdraia sul letto ma, incredibilmente, i manichini si tramutano nei cadaveri delle sue vittime che lo colpiscono con le varie armi sparse in casa, fino a staccargli la testa. Il giorno seguente due poliziotti in borghese, probabilmente avvertiti da Anna, si dirigono a casa di Zito. Qui si scopre che quest'ultimo non è stato decapitato ma erano tutte allucinazioni della sua mente malata, in compenso ha una grossa ferita nella pancia procuratosi, probabilmente, da un atto di autolesionismo. I due poliziotti lo credono morto e se ne vanno. Nella scena finale, però, la telecamera si avvicina a Frank che apre gli occhi.
Joe Spinell: Frank Zito
Caroline Munro: Anna D'Antoni
Gail Lawrence: Rita
Kelly Piper: infermiera
Rita Montone: prostituta
Tom Savini: ragazzo in discoteca
Hyla Marrow: ragazza in discoteca
James Brewster: ragazzo sulla spiaggia
Linda Lee Walter: ragazza sulla spiaggia
Tracie Evans: prostituta
Sharon Mitchell: seconda infermiera
Carol Henry: sfaticata
Nelia Bacmeister: Carmen Zito
Louis Jawitz: direttore artistico
Denise Spagnuolo: Denise
Billy Spagnuolo: Billy
Nelio Bocmeister: Carmen Zito, madre di Frank
Frank Pesce: reporter tv
Candace Clements: madre al parco
Diane Spagnuolo: seconda mader al parco
Kim Hudson: prostituta d'albergo
Terry Gagnon: donna nel viale
Joan Baldwin: prima fotomodella
Jeni Paz: seconda fotomodella
Janelle Winston: cameriera
Randy Jorgensen: primo poliziotto
Jimmy Aurichin: secondo poliziotto
Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:
Trovato questo articolo interessante? Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter, sulla tua bacheca su Facebook o semplicemente premi "+1" per suggerire questo risultato nelle ricerche in Google, Linkedin, Instagram o Pinterest. Diffondere contenuti che trovi rilevanti aiuta questo blog a crescere. Grazie! CONDIVIDI SU!
Etichette:
Cinema,
Horror e Fantasy,
Thriller classico
Pensare a un remake di Maniac (1980) di William Lustig, pietra miliare del cinema sanguinolento, era veramente un’impresa difficile, tanto più che l’idea era quella di sostituirne il grasso protagonista di mezza età Joe Spinell con il giovane Elija Wood della trilogia Il Signore degli Anelli. Autore del riuscito -2 - Livello del terrore (2007), invece, Franck Khalfoun si dimostra capace di rileggere l’originale riproponendone la giusta dose di momenti caldi e apportandovi alcune modifiche, dal racconto prevalentemente in soggettiva alla descrizione del moderno (e discutibile) modo in cui il sesso femminile si rapporta all’uomo nella fredda, tecnologizzata e schiava dell’estetica società d’inizio terzo millennio. Con la risultante di un’operazione altamente godibile che, provvedendo a proporci un inedito Frodo in versione cattiva, miscela a dovere omicidi sanguinolenti e lenti ritmi di narrazione.
RispondiEliminaUn vero e proprio classico del genere che, misteriosamente poco considerato quando vengono stilate le classifiche riguardanti i migliori lungometraggi dell'orrore di sempre, ha provveduto a fornire in maniera altamente realistica il ritratto su celluloide di un serial killer di pura fantasia; tanto da anticipare, senza dubbio, il molto più conosciuto Henry - Pioggia di sangue di John McNaughton che, risalente a sei anni dopo, si propose, però, quale resoconto delle malefatte dell'omicida Henry Lee Lucas, realmente esistito.
RispondiElimina