Home » , » Phenomenon è un film che racconta una storia originale e commovente.

Phenomenon è un film drammatico del 1996 di Jon Turteltaub. I suoi contenuti spaziano fra il genere della commedia romantica e quello del ...

Phenomenon è un film drammatico del 1996 di Jon Turteltaub. I suoi contenuti spaziano fra il genere della commedia romantica e quello del cinema fantastico.

Sono state spesso rimarcate dalla stampa inglese delle similitudini  esistenti tra le parole e le azioni del personaggio di George Malley e le tesi propagandate dalla Chiesa di Scientology, di cui John Travolta era all'epoca un membro convinto e un fervente sostenitore.

Dal punto di vista della critica il film ha ricevuto recensioni miste; il sito Rotten Tomatoes gli dà una valutazione media del 50%.[

La scena in cui George Malley chiede a Lace Pennamin "Hey, would you, uh, love me for the rest of my life?" ("Mi amerai per il resto della mia vita?") e la donna risponde "No, I'm gonna love you for the rest of mine" ("No, ti amerò per il resto della mia"), ha ispirato uno dei singoli di Trace Adkins del 1997, "The Rest of Mine".

phenomenon

Trama.
George Malley, meccanico nonché "bravo ragazzo" di un'immaginaria cittadina della California, Harmon, la sera del suo 37simo compleanno vede delle intense luci cangianti provenire dal cielo; subito dopo si ritrova disteso per terra, stordito e incapace di chiarirsi cosa sia successo. Da quel momento in avanti, diviene una sorta di "genio" universale estremamente brillante, acquisendo inoltre delle capacità straordinarie come la telecinesi e perdendo il bisogno di dormire.

In un primo tempo, gli abitanti di Harmon sono intrigati ed eccitati da questa trasformazione. In seguito però queste nuove doti portano progressivamente George in una condizione di isolamento a causa della paura e del sospetto che cominciano inevitabilmente a generare. Le cose si complicano quando George decifra per gioco un messaggio in codice del governo statunitense sospendendone al contempo un importante programma militare, azione che porta rapidamente al suo arresto da parte dell'FBI.

George viene rilasciato, ma al docente universitario che lo aveva in precedenza contattato viene ingiunto di non avere in nessun modo rapporti con lui, in quanto ritenuto soggetto pericoloso per gli affari governativi, che avevano dei loro progetti in corso proprio all'interno dell'ateneo del professor Ringold. Di conseguenza, George, l'ex "uomo-qualsiasi", scoraggiato dall'improvvisa mancanza di interesse mostratagli dal professore, non ha più nessuno con cui condividere le stupefacenti idee e scoperte che accumula in continuazione, e la frustrazione derivante da questa situazione lo porta rapidamente sull'orlo di una crisi nervosa.

Il genio organizza quindi una conferenza ad una fiera del libro nel tentativo di poter esprimere il proprio pensiero, ma viene assalito dalla folla fino a che non sviene sul pavimento con una nuova visione di luci. Più tardi, in ospedale, gli comunicano che le sue nuove qualità, così come le sue strane visioni, sono frutto di un caso unico di tumore cerebrale molto esteso che, non si sa in quale maniera, ha ottimizzato al massimo grado possibile tutte le funzionalità del suo cervello nelle aree colpite (mantenendo, però, il suo carattere letale).

La notizia raggiungerà un esponente del mondo scientifico, un neurochirurgo, che tuttavia si dimostrerà interessato soltanto al fenomeno come tale e non al lato umano della cosa (quest'ultimo è uno dei temi centrali del film). George rifiuta l'operazione esplorativa a scopi scientifici che questi gli propone, e fugge dall'ospedale per andare a casa di Lace Pennamin, di cui è innamorato.

Parallelamente alle vicende citate si sviluppa infatti la storia d'amore tra George e Lace Pennamin (quest'ultima sosterrà il protagonista fino alla fine), e viene dato risalto alla profonda amicizia esistente tra lo stesso George e i concittadini Nate Pope e Doc Brunder, che lo difenderanno a spada tratta contro le malelingue e che porteranno infine gli altri abitanti di Harmon a comprendere il valore positivo di ciò che è accaduto al meccanico.

Quest'ultimo morirà senza nessuna avvisaglia a parte le sue stesse sensazioni degli ultimi minuti, a fianco di Lace, e, per quest'ultima cosa, la sua si dimostra essere una morte felice.

Il film si conclude con la festa del 38º compleanno del protagonista, da lui mai vissuto, in cui si riunirà la cittadina per commemorarlo, con una visione generale del bene che, direttamente o indirettamente, George ha portato ad essa.

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Interpreti e personaggi.

John Travolta: George Malley
Kyra Sedgwick: Lace Pennamin
Forest Whitaker: Nate Pope
Jeffrey DeMunn: prof. John Ringold
Robert Duvall: Doc Brunder
Richard Kiley: dott. Wellin
Brent Spiner: dott. Bob Niedorf
Vyto Ruginis: Ted Rhome
Bruce Young: Jack Hatch
Michael Milhoan: Jimmy
Sean O'Bryan: Banes

Doppiatori italiani.

Claudio Capone: George Malley
Roberta Paladini: Lace Pennamin
Gianluca Tusco: Nate Pope
Renato Cortesi: Doc Brunder
Sergio Tedesco: dott. Wellin
Oreste Rizzini: Jack Hatch
Edoardo Nordio: Jimmy
Massimiliano Manfredi: Banes
Gemma Donati: Glory
Mario Milita: mezzadro

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3 commenti:

  1. Il film, prolisso è stancante, stordito da immagini e sentimenti patinati, incerto tra il mystery e il melò, riserva una drammatica soluzione naturale e non soprannaturale (ma non è detto che sia scientifica o spiegabile) al mistero di quella illuminazione piovuta dal cielo. Ed è, forse, a quel punto che la storia sfodera un'inaspettata (ma inappagante) vocazione alla crudeltà, una singolare idea di morte come energia in espansione e vorace di saggezza (ancora lo zampino di Scientology?). Travolta, con una pancetta, quella sì per niente occulta, è deliziosamente scriteriato ma in due bei ruoli risaltano la maestria di Robert Duvall e la simpatia obesa di Forest Whitaker.

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    1. Dal titolo sembrerebbe un film dell'orrore, invece si presenta inizialmente come un atipico film di fantascienza, che a circa metà visione non si riesce proprio ad immaginare come possa evolversi o concludersi.

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    2. La trama è davvero coinvolgente, l'interpretazione un po' meno.

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