La ballata di Narayama è un film del 1983 diretto da Shōhei Imamura, vincitore della Palma d'oro come miglior film al 36º Festival di Cannes.
Si tratta di un remake di un film La leggenda di Narayama del 1958 diretto da Keisuke Kinoshita, tratto dagli stessi racconti di Fukazawa Shichirō.
Il film di Imamura si distingue per l’estrema freddezza con cui racconta un anno nella vita di un villaggio come, presumibilmente, ce ne furono molti in Giappone. Uno sguardo antropologico, quello del regista, su di una società ancora molto arretrata, alle porte dell’epoca moderna, fondata sull’agricoltura di sussistenza e regolata da leggi che sembrano appartenere più al mondo selvaggio della natura che a quello della civiltà umana.
Trama
Siamo nel 1860. Una legge del villaggio Shinshu obbliga le persone che compiono settant'anni a recarsi a Narayama, una montagna dove essi devono attendere la propria morte. La morte di un vecchio significa la possibilità per un giovane di sopravvivere. Ma questa legge, alle volte, viene elusa: è il caso di Orin, una vecchia sessantanovenne. La paura della donna è quella di non riuscire a mettere i membri della sua famiglia nella condizione di vivere una vita decorosa. Si impegna dunque a risolvere i loro problemi, a partire da quelli del figlio maggiore Tatsuhei, vedovo, che ella vorrebbe far risposare. Poi risolve i problemi del secondogenito Risuke, affinché egli possa finalmente coricarsi con una donna. Infine, quando tutto è pronto, spezzati i denti davanti come atto simbolico che prelude la sua futura partenza, Orin lascia il paese sulle spalle del primogenito per recarsi a Narayama. Giunti sul luogo, cosparso di ossa umane, la donna attende il suo momento; il film termina mentre inizia a nevicare.
Interpreti e personaggi.
Ken Ogata: Tatsuhei
Sumiko Sakamoto: Orin
Aki Takejo: Tamayan
Tonpei Hidari: Fratello di Tatsuhei
Seiji Kurasaki: Kesakichi
Kaoru Shimamori: Tomekichi
Ryutaro Tatsumi: Matayan
0 commenti:
Posta un commento