Il predestinato (Unbreakable) una chiave thriller e una mistica nel nuovo racconto di Shyamalan.
Il predestinato (Unbreakable) è un film del 2000 diretto da M. Night Shyamalan, con Bruce Willis e Samuel L. Jackson.
Una chiave thriller e una mistica nel nuovo racconto di Shyamalan, che non poteva non percorrere una strada simile a quella del precedente Sesto senso. Per cominciare Bruce Willis: non è un fantasma ma l'unico sopravvissuto di un disatro ferroviario. E poi la new entry Samuel L. Jackson nella parte di un uomo malato, fragile non solo nel fisico: secondo lui, il sopravvissuto possiede doti misteriose, e sovrumane. Si tratta di prenderne coscienza.
Alla fine i nodi si sciolgono, il sipario si apre e la verità, insospettabile, emerge. Jackson non era poi così fragile. Come sempre accade il numero due non è all'altezza dell'originale. Qualche buona tensione compromessa da un ritmo troppo lento.
Per misurare l'atipicità dello stile di Shyamalan rispetto alla produzione hollywoodiana, basta confrontare il suo film con la maggioranza dei blockbuster d'azione odierni. Là c'è il terrore che lo spettatore si annoia se non succede qualcosa di travolgente ogni tre minuti: qui la strategia non punta sui botti e sugli effetti speciali, bensì sulla psicologia dei personaggi. (...) Stavolta, però, l'eccesso di aspettativa nel colpo di scena rende il finale un po' deludente: proprio nella risposta alla domanda, non poi tanto sorprendente. Però il ritmo è sostenuto.
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Trama.
Il treno su cui viaggiava David Dunn è deragliato. Nello spaventoso incidente sono morti tutti i passeggeri, solo David si è salvato, stranamente senza riportare alcuna ferita.
All'uscita del funerale collettivo delle oltre cento vittime, David trova sul parabrezza della sua auto un biglietto con scritto: «Quanti giorni della tua vita sei stato malato?».
Dopo una leggera curiosità iniziale e l'aver constatato che né lui, né le persone a lui vicine ricordassero un giorno in cui fosse stato malato, David decide di visitare l'indirizzo apposto sul biglietto: a quel civico è ubicato un particolare museo, che espone tavole originali e fumetti ricercati. Ad accoglierlo vi è il titolare, Elijah, un uomo di colore che deambula a fatica a causa di una malattia genetica, l'osteogenesi imperfetta, di cui soffre dalla nascita e che lo espone al rischio di continue fratture. Egli, a causa dei continui ricoveri ospedalieri, sin da bambino ha coltivato la passione per i fumetti che ora espone e vende nella galleria di cui è proprietario.
Elijah comunica a David di avere una teoria, la quale potrebbe spiegare il motivo per cui sia uscito incolume dal deragliamento del treno, il fatto che a fronte di uno come lui, così fragile da stare in piedi a fatica, debba esistere da qualche parte nel mondo un altro uomo talmente forte da essere quasi "indistruttibile", una sorta di supereroe ancora ignaro dei suoi "poteri".
Prese inizialmente le distanze da Elijah, David si lascerà pian piano coinvolgere dall'idea del gallerista, fino all'epilogo finale del tutto inaspettato.
Interpreti e personaggi.
Bruce Willis: David Dunn
Samuel L. Jackson: Elijah Price
Robin Wright Penn: Audrey Dunn
Spencer Treat Clark: Joseph Dunn
Michael Kelly: Dottor Dubin
Eamonn Walker: Dottor Mathison
Doppiatori italiani.
Angelo Maggi: David Dunn
Luca Ward: Elijah Price
Cristiana Lionello: Audrey Dunn
Flavio Aquilone: Joseph Dunn
Massimiliano Manfredi: Dottor Dubin
Gianluca Tusco: Dottor Mathison
Unbreakable – Il Predestinato (2000) Film... por imigliorifilm
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La direzione efficace, la fotografia elegante, il montaggio puntuale, la recitazione adeguata. Sia quella di Jackson, che carica il suo personaggio di sfumature sgradevoli: sia quella di Willis che, lasciati al guardaroba il sorrisetto ironico e i muscoli, rende credibile la sofferenza del predestinato". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 22 dicembre 2000)".. ecco 'Unbreakable, Il Predestinato', che è come un 'Sesto Senso' n. 2 in cui l'indiano hollywoodiano Shyamalan accerchia ancora il pubblico col suo stile lento e misterioso in cui Bruce Willis fa l'eroe senza paura per ristabilire l'economia del creato. Infelice il cinema che ha ancora bisogno di eroi? Più che altro, infelice il film cui manca la gran sorpresa
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