Demolition è un film che parla di fragili equilibri dove la forza è fisica, la metafora diretta.
Posted by Fausto Baccino
Posted on mercoledì, dicembre 21, 2016
with 2 comments
Demolition - Amare e vivere (Demolition) è un film del 2015 diretto da Jean-Marc Vallée con protagonisti Jake Gyllenhaal e Naomi Watts.
Il film ha aperto il Toronto International Film Festival il 10 settembre 2015.
Davis distrugge per poter ripartire, fa a pezzi l'involucro per raggiungerne il cuore, o il vuoto su cui ricostruire: se, a livello d'immagine, assistere alle mazzate che Jake Gyllenhaal inferisce alla sua cucina deluxe non manca di essere d'impatto, l'architettura mentale è basilare, monolitica; la forza è fisica, la metafora diretta. E di per sé non sarebbe certo un limite, solo che lo diventa, come un vizio: ogni volta il canadese pare non potersi accontentare.
Ha già messo un carico da mille, in termini di idee e di emozioni coinvolte, a metà film, quando presenta Chris e sposta il fuoco sul rapporto tra Davis e il ragazzo, mettendosi di fatto a raccontare un'altra storia. Non si avvede che i suoi film si reggono in equilibrio su telai leggeri, li appesantisce oltre misura e quelli cedono.
Come nel suo lavoro più celebrato, Dallas Buyers Club, ma -va riconosciuto- con meno retorica, la lotta contro la normalità è una fase di passaggio, mai un dato di partenza e non certo un punto di approdo.
Trama.
La vita di Davis, un investitore di successo, viene sconvolta quando la moglie muore in un incidente stradale.
Nei giorni successivi, anche Davis s'inceppa, non sa più dire se amava la sua donna, se era soddisfatto della sua vita, non sa più nulla e si sfoga dentro lunghe lettere indirizzate alla responsabile del servizio clienti della società di distributori automatici. Quella persona si chiama Karen Moreno, ha un figlio adolescente che non capisce più, e sembra incapace di porre fine all'ascolto della vita e della crisi di Davis. Tra i due sconosciuti si crea un legame e poi una frequentazione vera e propria, via via più sincera.
Nonostante il padre lo sproni a continuare a vivere, Davis diventa sempre più depresso. Una sera, scrivendo una lettera di reclamo a una società di distributori automatici, si sfoga in una serie di lettere che rivelano sorprendenti ammissioni personali, che poi spedisce al servizio clienti della società. Le lettere di Davis catturano l'attenzione del rappresentante del servizio clienti Karen. Davis e Karen si conoscono e con l'aiuto di Chris, il figlio di Karen, Davis ricomincia a ricostruire la propria vita.
Naomi Watts: Karen Moreno
Chris Cooper: Phil Eastwood
Judah Lewis: Chris Moreno
C.J. Wilson: Carl
Polly Draper: Margot Eastwood
Heather Lind: Julia
Malachy Cleary: padre di Davis
Debra Monk: madre di Davis
Doppiatori italiani.
Stefano Crescentini: Davis Mitchell
Barbara De Bortoli: Karen Moreno
Rodolfo Bianchi: Phil Eastwood
Leonardo Della Bianca: Chris Moreno
Roberta Pellini: Margot Eastwood
Domitilla D'Amico: Julia
Il film ha aperto il Toronto International Film Festival il 10 settembre 2015.
Davis distrugge per poter ripartire, fa a pezzi l'involucro per raggiungerne il cuore, o il vuoto su cui ricostruire: se, a livello d'immagine, assistere alle mazzate che Jake Gyllenhaal inferisce alla sua cucina deluxe non manca di essere d'impatto, l'architettura mentale è basilare, monolitica; la forza è fisica, la metafora diretta. E di per sé non sarebbe certo un limite, solo che lo diventa, come un vizio: ogni volta il canadese pare non potersi accontentare.
Ha già messo un carico da mille, in termini di idee e di emozioni coinvolte, a metà film, quando presenta Chris e sposta il fuoco sul rapporto tra Davis e il ragazzo, mettendosi di fatto a raccontare un'altra storia. Non si avvede che i suoi film si reggono in equilibrio su telai leggeri, li appesantisce oltre misura e quelli cedono.
Come nel suo lavoro più celebrato, Dallas Buyers Club, ma -va riconosciuto- con meno retorica, la lotta contro la normalità è una fase di passaggio, mai un dato di partenza e non certo un punto di approdo.
Trama.
La vita di Davis, un investitore di successo, viene sconvolta quando la moglie muore in un incidente stradale.
Nei giorni successivi, anche Davis s'inceppa, non sa più dire se amava la sua donna, se era soddisfatto della sua vita, non sa più nulla e si sfoga dentro lunghe lettere indirizzate alla responsabile del servizio clienti della società di distributori automatici. Quella persona si chiama Karen Moreno, ha un figlio adolescente che non capisce più, e sembra incapace di porre fine all'ascolto della vita e della crisi di Davis. Tra i due sconosciuti si crea un legame e poi una frequentazione vera e propria, via via più sincera.
Nonostante il padre lo sproni a continuare a vivere, Davis diventa sempre più depresso. Una sera, scrivendo una lettera di reclamo a una società di distributori automatici, si sfoga in una serie di lettere che rivelano sorprendenti ammissioni personali, che poi spedisce al servizio clienti della società. Le lettere di Davis catturano l'attenzione del rappresentante del servizio clienti Karen. Davis e Karen si conoscono e con l'aiuto di Chris, il figlio di Karen, Davis ricomincia a ricostruire la propria vita.
Leggi anche: Equilibrium mostra in una cornice alla 'Metropolis' una società rigorosamente divisa in servi e padroni.
Interpreti e personaggi.
Jake Gyllenhaal: Davis Mitchell Naomi Watts: Karen Moreno
Chris Cooper: Phil Eastwood
Judah Lewis: Chris Moreno
C.J. Wilson: Carl
Polly Draper: Margot Eastwood
Heather Lind: Julia
Malachy Cleary: padre di Davis
Debra Monk: madre di Davis
Doppiatori italiani.
Stefano Crescentini: Davis Mitchell
Barbara De Bortoli: Karen Moreno
Rodolfo Bianchi: Phil Eastwood
Leonardo Della Bianca: Chris Moreno
Roberta Pellini: Margot Eastwood
Domitilla D'Amico: Julia
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Non si può dire che il regista canadese Jean-Marc Vallée racconti solo protagonisti tradizionalmente positivi. Dopo l’omofobico malato di AIDS, ma benedetto dall’oscar, interpretato da Matthew McConaughey in Dallas Buyers Club, è arrivata la sbandata Reese Whiterspoon in crisi di Wild. Ora costruisce Demolition intorno a un uomo incapace di esprimere dolore per la tragica morte della moglie in un incidente stradale. L’elaborazione del lutto è uno dei riti di passaggio di ogni regista, oltre che di ogni essere umano. Un archetipo ostico, pieno di trappole che rischiano di viziare il tacito accordo di sincerità fra autore e spettatore.
RispondiEliminaPer aggiustare qualcosa lo devi distruggere, ridurre a ogni sua più piccola particella, per poi ricomporlo.
EliminaGrazie dal tuo commento.