Le Capital, un nuovo capitolo nel cinema d'impegno civile firmato Costa-Gavras
Posted by Fausto Baccino
Posted on mercoledì, dicembre 21, 2016
with 2 comments
Le capital è un film del 2012 diretto da Costa-Gavras.
Tratto dal romanzo di Stéphane Osmont un nuovo capitolo nel cinema d'impegno civile firmato Costa-Gavras. Marc Tourneuil, semplice impiegato bancario, diventa un manager avido, bugiardo e ossessionato dal sesso.
Pur di raggiungere il comando della Phénix, la più grande banca europea, sotto le mentite spoglie di agnello si rivela un lupo. Almeno fino a quando scopre che un fondo speculativo americano agisce con metodologie ancor più subdole delle sue. Thriller teso, tagliente tensione narrativa per un feroce ritratto del capitalismo selvaggio.
L’intero film ruota attorno alla figura di Marc Tourneuil, assistente di Jack Marmande, presidente di Phenix, la più grande banca europea. Nel momento in cui il cancro ai testicoli di Marmande gli impedisce di svolgere appieno i suoi compiti, il consiglio d’amministrazione dell’istituto bancario decide di nominare un sostituto.
La scelta ricade proprio su Tourneuil il quale, invece di “obbedire” al consiglio d’amministrazione che l’ha eletto, inizia a rinnovare a modo suo la banca fino ad ottenerne il controllo totale. Le Capital è, perciò, un film che si addentra nel mondo dell’alta finanza e ne denuncia, senza troppa retorica, tutto il marcio di cui è impregnato. Ne risulta una vera e propria associazione a delinquere in cui gli unici obiettivi che regnano sovrani sono il potere e i soldi. Chiunque sia invischiato in questo sistema non è mai appagato dalla posizione che ricopre e aspira a conquistare cariche sempre più alte. E anche quando si è raggiunto l’apice – è proprio il caso del protagonista – si cerca di aumentare il proprio potere attraverso un controllo dispotico e autarchico, non solo sull’istituto di cui si è a capo, ma soprattutto sui propri collaboratori e dirigenti.
Lo stesso discorso vale per i soldi, o meglio per il capitale: più ce n’è e più se ne vorrebbe. È questo il piano dei vari gruppi che hanno acquistato azioni Phenix e che, attraverso una speculazione illegale, cercano di raddoppiare se non triplicare il valore del proprio fatturato. In tutto questo squallore Marc Tourneuil non è da meno: sebbene ci siano in lui dei miraggi etici, il potere e i soldi l’hanno talmente accecato da riuscire a fare il doppio, triplo, quadruplo gioco, per stanare tutti i suoi avversari e con un’abile mossa farsi nuovamente rieleggere.
L’intera vicenda è scandita da un montaggio serrato con sequenze episodiche del “cammino” del protagonista alla conquista del potere, conferendo al film un ritmo incessante. Ed è lo stesso protagonista a farsi carico della narrazione interpellando lo spettatore ad inizio e fine del film – un po’ come accade in molti film di Martin Scorsese. Significativa è la sequenza in cui Tourneuil pranza assieme ai parenti e, mentre sono a tavola, c’è uno scambio di battute tra lui e lo zio sulla situazione attuale: la (finta?) crisi europea non è altro che un progetto ideato dagli istituti bancari, i quali hanno legato gli Stati ad una politica di impoverimento generale della popolazione per generare un aumento stratosferico della ricchezza di pochi eletti.
Interpreti e personaggi.
Gabriel Byrne : Dittmar Rigule
Gad Elmaleh : Marc Tourneuil
Bernard Le Coq : Antoine de Suze
Natacha Régnier : Diane Tourneuil
Marie-Christine Adam : Madre di Diane
Hippolyte Girardot : Raphaël Sieg
Céline Sallette : Maud Baron
Yann Sundberg : Boris Breton
Olga Grumberg : Claude Marmande
Liya Kebede : Nassim
Vincent Nemeth : Alain Faure
Daniel Mesguich : Jack Marmande
Tratto dal romanzo di Stéphane Osmont un nuovo capitolo nel cinema d'impegno civile firmato Costa-Gavras. Marc Tourneuil, semplice impiegato bancario, diventa un manager avido, bugiardo e ossessionato dal sesso.
Pur di raggiungere il comando della Phénix, la più grande banca europea, sotto le mentite spoglie di agnello si rivela un lupo. Almeno fino a quando scopre che un fondo speculativo americano agisce con metodologie ancor più subdole delle sue. Thriller teso, tagliente tensione narrativa per un feroce ritratto del capitalismo selvaggio.
Leggi anche: La Donna nel Ritratto.Trama.
L’intero film ruota attorno alla figura di Marc Tourneuil, assistente di Jack Marmande, presidente di Phenix, la più grande banca europea. Nel momento in cui il cancro ai testicoli di Marmande gli impedisce di svolgere appieno i suoi compiti, il consiglio d’amministrazione dell’istituto bancario decide di nominare un sostituto.
La scelta ricade proprio su Tourneuil il quale, invece di “obbedire” al consiglio d’amministrazione che l’ha eletto, inizia a rinnovare a modo suo la banca fino ad ottenerne il controllo totale. Le Capital è, perciò, un film che si addentra nel mondo dell’alta finanza e ne denuncia, senza troppa retorica, tutto il marcio di cui è impregnato. Ne risulta una vera e propria associazione a delinquere in cui gli unici obiettivi che regnano sovrani sono il potere e i soldi. Chiunque sia invischiato in questo sistema non è mai appagato dalla posizione che ricopre e aspira a conquistare cariche sempre più alte. E anche quando si è raggiunto l’apice – è proprio il caso del protagonista – si cerca di aumentare il proprio potere attraverso un controllo dispotico e autarchico, non solo sull’istituto di cui si è a capo, ma soprattutto sui propri collaboratori e dirigenti.
Lo stesso discorso vale per i soldi, o meglio per il capitale: più ce n’è e più se ne vorrebbe. È questo il piano dei vari gruppi che hanno acquistato azioni Phenix e che, attraverso una speculazione illegale, cercano di raddoppiare se non triplicare il valore del proprio fatturato. In tutto questo squallore Marc Tourneuil non è da meno: sebbene ci siano in lui dei miraggi etici, il potere e i soldi l’hanno talmente accecato da riuscire a fare il doppio, triplo, quadruplo gioco, per stanare tutti i suoi avversari e con un’abile mossa farsi nuovamente rieleggere.
L’intera vicenda è scandita da un montaggio serrato con sequenze episodiche del “cammino” del protagonista alla conquista del potere, conferendo al film un ritmo incessante. Ed è lo stesso protagonista a farsi carico della narrazione interpellando lo spettatore ad inizio e fine del film – un po’ come accade in molti film di Martin Scorsese. Significativa è la sequenza in cui Tourneuil pranza assieme ai parenti e, mentre sono a tavola, c’è uno scambio di battute tra lui e lo zio sulla situazione attuale: la (finta?) crisi europea non è altro che un progetto ideato dagli istituti bancari, i quali hanno legato gli Stati ad una politica di impoverimento generale della popolazione per generare un aumento stratosferico della ricchezza di pochi eletti.
Interpreti e personaggi.
Gabriel Byrne : Dittmar Rigule
Gad Elmaleh : Marc Tourneuil
Bernard Le Coq : Antoine de Suze
Natacha Régnier : Diane Tourneuil
Marie-Christine Adam : Madre di Diane
Hippolyte Girardot : Raphaël Sieg
Céline Sallette : Maud Baron
Yann Sundberg : Boris Breton
Olga Grumberg : Claude Marmande
Liya Kebede : Nassim
Vincent Nemeth : Alain Faure
Daniel Mesguich : Jack Marmande
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Quando c'e' puzza di marcio, odore viziato di complotto, è il momento che "Costa il greco" torni a farsi sentire.
RispondiEliminaA quasi ottant'anni d'età il piu' noto ed internazionale dei registi ellenici, da decenni diviso tra gli States e la Francia, torna in territorio d'oltralpe per occuparsi di finanza, di intrighi di potere e scalate di borsa; terreno minato da quando una crisi che non conosce precedenti ne' confini sta falcidiando le economie reali, il commercio, l'industria, i singoli cittadini di ogni parte del globo a vantaggio di una casta di vampiri senza scrupoli che ne assorbono velocemente ogni linfa vitale.
La scalata al potere della piu' grande banca europea (dal nome ovviamente fittizio di Phenix) da parte di uno scaltro dipendente che ha saputo guadagnarsi le simpatie del vecchio amministratore prima di morire, in modo che questi lo indicasse come suo successore scalzando nomi ben piu' illustri e prevedibili, permette all'uomo di farsi le ossa tra una folla di iene che colpiscono alla sprovvista. Il gioco infatti diventa molto piu' grande quando un potente azionista americano induce sempre piu' insistentemente il protagonista ad organizzare una Opa per accaparrarsi in fretta e furia una concorrente giapponese. Una trama ordita con il consueto disonesto cinismo che spinge l'americano senza scrupoli Byrne a far acquistare alla banca europea un istituto nipponico colmo di titoli tossici per far crollare il prezzo di mercato di Phenix e acquistare entrambi a prezzo di saldo.
Nel mezzo della vita del protagonista una moglie (Natasha Regnier) che si trova catapultata in un universo in cui non riconosce piu' il marito che ha sposato, ossessionato com'e' ora dal sesso e dalla brama di non essere accoltellato alla schiena da una massa di opportunisti che lo circondano ovunque.
La sceneggiatura di Costa-Gravas non si proponeva solo di descrivere nel dettaglio il mondo del denaro, i suoi metodi e i meccanismi che lo regolano - come fa Osmont nelle quasi 600 pagine del suo romanzo - e nemmeno di raccontare le verità scoperte durante le ricerche approfondite fatte dal regista. Scopo di Costa-Gravas è più che altro raccontare come funzioni il mondo della finanza e quali sorprendenti verità nasconda.
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